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Istat, riviste al rialzo le stime sul Pil 2021: crescita a +6,7%

MILANO – Lo scorso anno l’economia italiana è cresciuta leggermente di più di quanto certificato nei mesi passati. È quanto ha messo in evidenza l’Istat nei conti economici nazionali diffusi oggi: nel 2021 il Pil italiano in volume è cresciuto del 6,7%.L’istituto ha rivisto il dato al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto alla stima di aprile. Il Pil ai prezzi di mercato risulta pari a 1.782.050 milioni di euro correnti, con una revisione al rialzo di 6.614 milioni rispetto alla stima di aprile scorso. Sulla base dei nuovi dati, nel 2020 il Pil in volume è sceso del 9,0%, invariato rispetto alla stima di aprile.

Dal lato della domanda, spiega l’Istat, a trainare la crescita del Pil è stata soprattutto la domanda interna, mentre la domanda estera e la variazione delle scorte hanno fornito contributi molto più limitati. Dal lato dell’offerta di beni e servizi, si confermano la contrazione in agricoltura e gli aumenti consistenti del valore aggiunto nelle attività industriali e nella maggior parte dei comparti del terziario.

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In dettaglio, gli aumenti del valore aggiunto sono stati dell’11,5% nell’industria in senso stretto, del 21,6% nelle costruzioni e del 4,7% nei servizi; in diminuzione dell’1,3% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. All’interno dei servizi, si registrano incrementi nel comparto che raggruppa commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazione (+10,7%), nei servizi di informazione e comunicazione (+2,8%), nelle attività finanziarie e assicurative (+0,8%), nelle attività immobiliari (+1,9%), nelle attività professionali, scientifiche e tecniche; amministrative e servizi di supporto (+7,3%) e nel comparto delle amministrazioni pubbliche, difesa, istruzione, salute e servizi sociali (+1,6%).

La revisione del Pil ha effetto anche sul rapporto debito/pil, rivisto al ribasso al 150,3% lo scorso anno risprtti al 150,4% precedentemente stimato e in netto miglioramento rispetto al picco di 154,9% toccato nel 2020 in piena emergenza Covid.

In crescita la pressione fiscale

Malgrado l’aumento del denominatore sale la pressione fiscale, cioè il rapporto tra entrate e Pil. La pressione fiscale complessiva è risultata pari nel 2021 al 43,4%, in aumento rispetto al 42,7% del 2020 per un aumento delle entrate fiscali e contributive (+9,1%) superiore rispetto a quello del Pil a prezzi correnti (+7,3%). Lo comunica l’Istat confermando nei conti economici nazionali diffusi oggi la stima di questa primavera



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