Ita Airways, ecco l’offerta di Lufthansa: “Vogliamo una minoranza della compagnia. Terzo mercato al mondo”

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ROMA – A un anno dal via al processo di vendita, Lufthansa muove alla conquista di Ita Airways. La compagnia tedesca – che vanta una capitalizzazione di Borsa da 10,77 miliardi di euro – formalizza la sua manifestazione d’interesse per il vettore pubblico italiano, “il terzo mercato più importante – scrivono – dopo la Germania e gli Stati Uniti”

Lufthansa chiede di acquistare una quota di minoranza di Ita, compagnia nata dalle ceneri di Alitalia per 350 milioni di euro. La cifra non ufficiale, se confermata, assegna alla compagnia italiana in vendita una valutazione complessiva di 850 milioni di euro.

I tedeschi, che saranno in minoranza, replicano lo schema che hanno già applicato nel 2009 con l’acquisto di Brussels, compagnia belga anch’essa figlia di un fallimento. In quel caso, Lufthansa acquistò:
– il 45% nel 2009;
– e il restante 55% soltanto nel 2016.

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Nessun obbligo a salire

Secondo l’agenzia d’informazione Bloomberg, i tedeschi entreranno in Ita con prudenza. In sostanza, non avranno alcun obbligo di conquistare la maggioranza o la totalità delle azioni. E si riservano di concordare in seguito, con l’Italia, un ingresso più robusto nel capitale.

Lufthansa prenderà la maggioranza in futuro, a condizione che la compagnia aerea tricolore inizi a camminare, anzi a volare con le sue ali. I conti – fuori dalla metafora – dovranno tornare in ordine.

Il bilancio 2022 di Ita, che sarà approvato in primavera, chiuderà con un rosso di 470 milioni. Perdita che il compratore tedesco punta a dimezzare, già nel 2023. Può contribuire a fermare l’emorragia un accordo commerciale con Ferrovie dello Stato. Garantirebbe al viaggiatore un biglietto unico (treno più aereo).

Il contratto definitivo

Sul piano formale, l’acquisto di Ita Airways per mano tedesca si completerà dopo tre tappe. Il ministero italiano dell’Economia, che vende Ita, e Lufthansa che compra dovrebbero firmare:
– una memorandum d’intesa,
– un preliminare d’acquisto (come facciamo noi per le case),
– il Sales and purchase agreement (Spa), cioè il contratto definitivo di cessione del vettore,
– e lo Shareholders’ agreement (Sha), cioè i patti parasociali che regolano i rapporti tra gli azionisti.

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I patti parasociali avranno un ruolo decisivo in questa acquisizione. I tedeschi – è vero – prenderanno solo il 40% di Ita Airways, dunque una quota di minoranza. Malgrado questa condizione minoritaria, Lufthansa vuole pilotare Ita senza vincoli e condizionamenti politici.


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I posti nel Cda

Proprio i patti parasociali, dunque, assegneranno ai tedeschi – si può ipotizzare – la maggioranza dei posti nel Consiglio di amministrazione (oggi composto da 5 membri) e la figura dell’amministratore delegato. Il futuro presidente di Ita, privo probabilmente di poteri reali e deleghe esecutive, dovrebbe fare capo invece al ministero italiano dell’Economia.

A sua volta, sempre grazie ai patti parasociali, il nostro Stato tutelerà i suoi interessi, delineati nel decreto (nel Dpcm del 2 gennaio 2023) che regola la privatizzazione. In particolare, lo Stato vuole:
– tutelare gli aeroporti chiave del Paese (Fiumicino, Linate, Malpensa e Catania),
– incentivare l’occupazione,
– portare Ita in mercati nuovi strategici, dall’Africa all’Oriente,
– fare dell’Italia una destinazione diretta dei voli a lungo raggio, a tutela dei flussi turistici.

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