Italia-Spagna, Bonucci: “Vogliamo dedicare la finale a Spinazzola”

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Leonardo Bonucci, vice-capitano dell’Italia, parla da Wembley alla vigilia della semifinale europea Italia-Spagna.
Bonucci, lei conosce molto bene Alvaro Morata: che giudizio dà di lui e come pensa di fermarlo?
“Prima di tutto Alvaro è un amico, a Torino stiamo spesso insieme e mi ha colpito molto quello che ha subito e che noi tutti spesso subiamo. Ci sono passato anch’io e so cosa significa. Lui è una persona squisita, un grande ragazzo, un padre, un amico, un calciatore. È un attaccante totale, bravo negli inserimenti, nella profondità, nella copertura della palla. È uno dei più forti al mondo e fortunatamente durante la stagione è in squadra con me”.
Più forte Morata o più forte Lukaku?
“Sono due grandissimi attaccanti, ma quando si arriva a questi livelli sono tutti forti. Alvaro ha caratteristiche diverse, noi dovremo fare molta attenzione ai dettagli e ai particolari per portare a casa qualcosa di veramente importante”.

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Quali emozioni vi stanno attraversando?
“In questa vigilia ancora non ci siamo pienamente dentro, dobbiamo ancora respirare l’aria di Wembley, di Londra, della partita. C’è voglia di vivere questa gara con trasporto, con passione, con umiltà. E con la voglia di portare a casa il risultato”.
Cosa pensa della Spagna e come dovrete fare per limitarla?
“Ha dimostrato di essere in continua crescita, serve grande rispetto nell’affrontarla. Entrambe le nazionali hanno un preciso modo di interpretare le partite, dovremo fare attenzione ai loro movimenti senza palla e servirà un grande lavoro in fase di non possesso da parte di tutta la squadra”.
Lei era in campo nel 2012, quando perdeste 4-0 in finale, e nel 2016, quando eliminaste la Spagna ai quarti. Quali ricordi ha e cosa cambierà in questo terzo confronto?
“Di Kiev ho un ricordo amaro, arrivammo con le pile completamente scariche, eravamo a corto di fiato e di idee, il  risultato fu giusto. Nel 2016 eravamo invece consapevoli di poterli mettere in difficoltà con il nostro modo di giocare e infatti fu tutta un’altra gara. Questa sarà ancora diversa, dovremo stare attenti alle loro riconquiste e alle ripartenze di Morata, Olmo e di tutti gli ottimi attaccanti che hanno”.

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Si è rivista la coppia di ferro con Chiellini: domani l’alchimia che c’è tra di voi sarà un valore aggiunto?
“Nelle ultime due stagioni un po’ per il suo infortunio, un po’ per la pandemia e un po’ per gli acciacchi miei abbiamo giocato veramente poco assieme. Ma conoscendoci a memoria viene tutto naturale, molte cose a cui devi pensare quando giochi al fianco di qualcuno che conosci meno vanno via e sei più concentrato su quello che devi fare. E poi io e lui ci dividiamo anche i compiti di aiuto alla squadra e di leadership”.
In Europa molti hanno ironizzato sulla “resurrezione” di Immobile, che dopo il primo gol al Belgio sembrava Lazzaro: pensa che Ciro potrebbe esserne condizionato?
“Sono cose che in campo succedono, Ciro si è sentito toccare ed è stato giù, poi l’emozione di un gol fa passare qualsiasi dolore. Lui è un ragazzo molto corretto, lo abbiamo preso in giro anche noi ma poi è tutto finito lì”.

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Quanto è diversa questa Spagna rispetto alle nazionali contro cui avete giocato?
“Oltre al piano di gioco, che è simile a quello tradizionale del calcio spagnolo, credo che Luis Enrique abbia dato una mentalità ben precisa. Ha sempre fatto da scudo al gruppo e si vede che è una nazionale unita: quando incontri una squadra forte a livello mentale la partita nasconde molte più insidie, ma se facciamo quello che abbiamo dimostrato di saper fare in queste ultime 30 partite, domani ci toglieremo una grande soddisfazione”.
Adesso l’Italia è favorita: questa pressione vi carica?
“Quando giochi una semifinale come Italia-Spagna non ci sono favoriti. Noi abbiamo fatto percorso netto, è vero, ma le loro difficoltà adesso non contano più, va archiviato tutto. È solo uno stimolo incontrare una nazionale con tanto blasone e in questo stadio, con l’idea di giocarci di nuovo tra qualche giorno”.
Si può dire che finora avete vinto perché avete giocato meglio degli avversari?
“Abbiamo intrapreso un percorso ben preciso, poi è normale che non puoi condurre tutte le partite per 90′. Ma la nostra cultura è di sapere reagire alla difficoltà e questo si è visto contro l’Austria. Domani ci saranno momenti in cui dovremo fare una grande fase difensiva, ma siamo arrivati fin qui e vogliamo rendere orgogliosi gli italiani. E poi abbiamo una motivazione in più, vogliamo dedicare la finale a Spinazzola perché perderlo è stato un duro colpo, anche se stamattina dopo l’intervento lo abbiamo sentito e ci ha trasmesso tanta energia”.

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