ROMA. “Le sorti del Pd, volenti o nolenti, riguardano tutto il campo progressista, perciò non ci fermiamo”. Jasmine Cristallo, una delle 6000Sardine, il giorno dopo la manifestazione davanti al Nazareno rilancia. Le Sardine hanno in programma altri flash mob e iniziative, senza tregua. E a chi, anche dalle file dem li ha accusati di volersi prendere semplicemente una ribalta, risponde: “La ribalta di noi Sardine ha fatto comodo quando in Emilia Romagna il centrosinistra ha rischiato di perdere capra e cavoli e di far vincere la destra”.
Sardine, Jasmine Cristallo: “Non siamo spariti, sempre in campo a lavorare dal basso“
Jasmine Cristallo, ma cosa significa “rifaremo Piazza Grande”? Cosa avete in mente?
“Piazza Grande la evochiamo come immagine. Il Pd è un arcipelago oggi di correnti. Noi riteniamo che il campo della sinistra vada allargato: Piazza Grande era lo slogan e il progetto di Nicola Zingaretti. Zingaretti voleva includere, invece di restare terrorizzati dentro le stanze del potere per timore di perdere posizioni. Se un segretario come Zingaretti, eletto a furor di popolo, si ritrova a dire che si vergogna del suo partito, quella non è una resa: è un atto politico”.
L’appello delle Sardine: “Zingaretti prosegua il percorso di Piazza Grande, anche fuori dal Pd”
Ora il Pd avrà un segretario-traghettatore verso le primarie, che sarà eletto nel prossimo fine settimana nell’Assemblea dei mille delegati. Cosa ne pensate?
“Come fa uno con i voti ristretti di un’assemblea, perché certo non sono quelli delle primarie, a incidere in un contesto che è un marasma? Quando abbiamo incontrato la presidente dem, Valentina Cuppi, le ho detto “Timeo Danaos et dona ferentes”, temo i Greci anche quando portano doni. Voglio dire che va imboccata una strada chiara, di fronte progressista largo, senza farsi distogliere. La base del Pd ci crede ancora alla sinistra, alla possibilità di quel progetto di cambiamento”.
Ma voi all’Assemblea del 13 e 14 marzo, andrete?
“Non entriamo nelle dinamiche interne di un partito. Io non ho mai avuto tessere, tranne quella dell’Anpi. Semplicemente, ripeto, va avviato un processo di ricostruzione del centrosinistra che guardi al fronte largo progressista. Il Pd dovrebbe rendersi conto che in questo processo ci deve stare, così non ci sta”.
Dialogo con chi e tra chi?
“Con le associazioni che si battono sui territori, con le sigle dei lavoratori, con Leu. Non si può dialogare con Italia Viva e Renzi che si è proposto di distruggere il Pd. Per comprendere il Pd mi sono data alcuni parametri, uno di questi è distinguere tra chi chiama Renzi appunto Renzi e chi lo chiama familiarmente Matteo”.
E con i 5Stelle?
“Non abbiamo mai lesinato critiche, ma per onestà intellettuale va detto che hanno affrontato una serie di trasformazioni. I 5Stelle sono un fenomeno sociologico prima che politico. Quindi sì al dialogo con loro. Dopo di che, non ci piace il giustizialismo, né i decreti sicurezza prima maniera votati dal governo gialloverde, né il Sì al referendum sul taglio dei parlamentari, che è stato scellerato”.
Giuseppe Conte può ancora essere il federatore del centrosinistra?
“No, sarà il leader dei 5Stelle. Il federatore potrebbe essere Zingaretti”.
Una donna alla guida del Pd favorirebbe la rifondazione?
“Non è la questione di genere che fa la differenza: la Thatcher era donna, per dire. Certo Italia Viva, la Lega, Fratelli d’Italia hanno dato lezioni di femminismo alla sinistra. E le donne dem devono avere coraggio, perché certo i maschi non lasciano il passo”.
Il dem Roberto Morassut vi ha accusati di cercare la ribalta: come risponde?
“Assurdo. Premetto che eravamo autorizzati a essere lì, tutti con il tampone fatto. La ribalta di noi Sardine gli ha fatto comodo in Emilia Romagna quando si trattava di perdere capra e cavoli e di far vincere la destra”.
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