Jeans, il classico trasversale che ha conquistato il mondo

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Nel suo Mix & Match. Piccola enciclopedia di stili per capire la moda (Bur, Rizzoli, pp.144, 18 euro) Matteo Guarnaccia li definisce: “un indumento invasivo e infestante, attecchisce in ogni guardaroba, in ogni strato sociale, in ogni clima, in ogni cultura”. Stiamo parlando dei jeans che, entrati nella storia dalla porta di servizio, hanno poi fatto un’inarrestabile ascesa, fino a diventare un classico di ogni armadio indossato indistintamente da studenti e capi di stato, impiegate e stelle del cinema.

“Dopo qualche stagione di assenza dovuta alla pandemia – ci spiega Marco Tonizzo, Buying & Merchandising Director di Yoox – oggi si sta assistendo al loro grande ritorno. I più richiesti? I jeans sostenibili, gravitanti intorno ai concetti di recycling e upcycling, trasformabili col passare del tempo”.

Per l’autunno alle porte, le fogge sono moltissime e spaziano dai classici modelli a sigaretta (Dior) a quelli larghissimi corti alla caviglia (Celine), fino a quelli a vita alta (Alberta Ferretti) e a quelli con strappi (DSquared2). Orientarsi in questa selva non è certo facile. Come sceglierli? Nina Garcia, la giornalista colombiana autrice di The One Hundred. Cento capi e accessori che una donna di classe deve possedere (Istituto Geografico De Agostini, 2010) raccomanda: “Non fatevi travolgere dalle mille tendenze. Optate per il modello che vi sta meglio e non cambiatelo più”.

Con un nome che deriva dalla tela genovese con cui erano confezionati (Blue de Gênes), prima di entrare a gamba tesa negli armadi couture, i jeans sono stati i pantaloni indistruttibili dei ricercatori d’oro della Sierra Nevada e uno dei simboli della gioventù ribelle degli anni Cinquanta (difficile dimenticare quelli di due sex symbol come Marlon Brando e James Dean). La consacrazione definitiva è arrivata già negli anni Cinquanta con Diana Vreeland – mitica fashion editor di Harper’s Bazaar e poi direttrice di Vogue America – che, a chi le chiese “Cosa pensa dei jeans?” rispose “Naturalmente la gente si aspetta che mi sfoghi e dica: ‘Oh, sono terribili! Hanno ucciso la moda!’ In realtà è il contrario perché sono fatti di un tessuto meraviglioso e hanno aderenza, brio e linea, l’unico ingrediente importante dello stile”.

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