Juan Matias Gil, capo missione della Geo Barents:“Ci chiamavano pull factor, ora l’Italia ci chiede aiuto”

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Juan Matias Gil, capo missione della Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere, si occupa dei soccorsi in mare dal 2015 . Ma non aveva mai visto niente di simile a quello della scorsa settimana. Tre uomini in mare da giorni, che tentavano di spingere un gommone alla deriva. Ne hanno salvati due, ma non si rassegna a non essere riuscito a portare sulla Geo Barents Ebrima, il terzo ragazzo.

In estate si intensificano le partenze. Quanto salvataggi avete effettuato?

«Solo la Geo Barents ne ha fatti 17. Abbiamo salvato 707 persone dall’inizio di luglio nel Mediterraneo».

Siete intervenuti più volte in una stessa missione, in più naufragi. Il decreto Cutro vieta i salvataggi multipli, eccetto quelli coordinati dalle autorità italiane.

«Cosa che ormai succede all’ordine del giorno. Con quel decreto, il ministro dell’interno Piantedosi non ha tenuto conto del massimo aumento delle partenze in estate e la Guardia Costiera, da sola, non può farcela».

Da pull factor delle partenze siete diventati indispensabili nel Mediterraneo?

«La politica italiana è paradossale: con questo decreto è stata efficiente nel toglierci lo spazio d’azione di fronte alla Libia. Ci lascia fare un solo soccorso lì, per poi chiamarci per soccorrere le navi che arrivano dalla Tunisia. Così i libici hanno tutto il tempo e la tranquillità per intercettare chi fugge e riportarli indietro, con le conseguenze violente che conosciamo. E poi, mi lasci dire, ci sono studi che dimostrano che le Ong non sono affatto dei pull factor. Le persone continuano a partire per non morire».

I porti che vi vengono assegnati, però, continuano a essere lontani

«Noi siamo ben felici di prestare soccorso, ma è incredibile che ci venga assegnato un porto di sbarco che dista nove giorni di navigazione, come quello di due giorni fa, La Spezia».

Il Governo ritiene indispensabile non sovraffollare i maggiori punti di approdo, come Lampedusa

«La realtà è che, spesso, sbarchiamo al nord e le persone a bordo della nave vengono assegnate al sud. Dopo l’ultima missione alcuni sono stati mandati a Taranto. Gli altri, invece, non sappiamo dove siano perché non ci è permesso accedere agli atti. Peccato che le navi commerciali, quando salvano migranti, hanno il via libera immediato nei porti siciliani. Altro paradosso».

La Geo Barents è di nuovo in missione?

Stiamo tornando nella zona Sar perché c’è bisogno di noi. Così come ne ha bisogno la Guardia costiera italiana, nonostante la politica ci abbia fatto perdere tempo prezioso obbligandoci a raggiungere porti lontani.

Vi aspettate che questo coordinamento con la Guardia Costiera si regolarizzi?

Vorrei solo che si tornasse a operare in Libia. Non vorrei che si facesse come Malta, che omette le proprie responsabilità. Anche l’Italia vuole lasciare morire le persone in mare?

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