Juventus, Allegri: “Bonucci sa da febbraio che avrebbe dovuto scegliere tra smettere o trovare un’altra squadra”

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TORINO — “Mi dispiace che con Leonardo Bonucci sia finita così. Ma con lui siamo stati chiari fin da febbraio”. Massimiliano  Allegri torna sulla diatriba con l’ex capitano messo fuori dal progetto tecnico della Juventus, mossa a cui ha risposto con due pec del suo legale per il reintegro prima del ricorso al Collegio arbitrale. Nell’intervista che andrà in onda su Dazn nei prossimi giorni il tecnico chiude definitivamente la questione, ricordando anche il passato di Bonucci in bianconero e i successi ottenuti: “Ci ho parlato diverse volte, sia io che la società, dicendo che l’anno prossimo (questo, ndr) sarebbe stato quello in cui avrebbe dovuto decidere se continuare in un’altra squadra o smettere di giocare. È arrivato a 36 anni, ha fatto la storia della Juve, ha giocato 500 partite e ha giocato anche zoppo: ha dato tanto alla Juve, la Juve ha dato tanto a lui”.

Bonucci, il modo migliore per chiudere la carriera

Oltre a tornare sul percorso del difensore in bianconero, Allegri ha affrontato il tema della fine della carriera, forse il momento più difficile nel percorso di un calciatore: “Deve prendere una decisione importante per lui, guardando il futuro e non a un anno – ha proseguito l’allenatore della Juventus -. Ciò che dico l’ho detto a lui in tempi non sospetti: è normale che un campione come lui arrivi a fine carriera, se non è quest’anno sarà l’anno prossimo, e abbia paura di smettere. È normale. Io non sono stato un campione, smettere per me è stato facile, ma le dinamiche sono le stesse. La differenza è che uno deve avere la capacità di accettare: se lo fa prima, è un bene per se stesso. Resta nella storia della Juve, 500 partite le fanno in poche”.

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La gamba di Chiesa e l’Italia di Spalletti

Nella lunga chiacchierata ambientata nello spogliatoio della Juventus, Allegri ha parlato anche del ritorno ad alti livelli di Federico Chiesa. A quasi due anni dall’infortunio ha trovato continuità e ha iniziato la trasformazione da esterno ad attaccante: “Ora ha piena fiducia, l’ho visto quest’anno e ha una gamba diversa. Si deve convincere che è una punta, lo è: poi magari può andare verso l’esterno o in mezzo, ma deve far gol. Con le sue caratteristiche, è un giocatore che quando tira è noioso, sa fare male”. Chiesa tornerà tra i protagonisti anche con la maglia dell’Italia nella nuova era targata Spalletti, l’allenatore per la Nazionale secondo Allegri: “Luciano credo sia uno dei migliori in Italia. Lo dimostra la carriera e come fa giocare le squadre, i risultati che ha ottenuto. Dopo Mancini era giusto darlo a lui, è il coronamento dello scudetto e della carriera fatta”. Scudetto del Napoli che è stato frutto della programmazione e dello strapotere fisico di Osimhen: “C’è stata una programmazione, parte tutto da Benitez fino alla vittoria di Spalletti. Hanno giocato molto bene, Osimhen è tra i migliori al mondo, sposta gli equilibri”.

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