Juventus, processo sportivo bis: al via l’udienza sulla manovra stipendi

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È iniziata la discussione sul secondo filone sportivo legato all’inchiesta Prisma della procura di Torino, quello che lo scorso 19 maggio aveva portato il procuratore federale, Giuseppe Chinè, a deferire la Juventus davanti alla sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale per la doppia manovra stipendi riguardante le stagioni 2019/20 e 2020/21, il filone agenti e i rapporti di partnership con altri club. Tra le ipotesi quella di una forte ammenda per la società bianconera o una penalizzazione di pochi punti – con il patteggiamento la pena è dimezzata di un terzo – che permetterebbe alla Juventus di disputare almeno la Conference League, salvo sanzioni della Uefa che potrebbe comunque escludere il club dalle competizioni sportive per una stagione.

La Juventus patteggia sulla manovra stipendi: oggi la decisione

Juventus, la Corte federale sul -10: “C’è l’afflittività”

Arrivano nel frattempo le motivazioni della sentenza legata al primo filone della giustizia sportiva, che ha portato alla penalizzazione di dieci punti per i bianconeri. “Conclusivamente la sanzione della penalizzazione di 10 (dieci) punti in classifica da scontare nella stagione sportiva in corso, anche in un’ottica equitativa, si rivela del tutto idonea a soddisfare i criteri di afflittività, proporzionalità e ragionevolezza come innanzi enunciati”. È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Corte di appello federale della Figc, dopo la nuova udienza del processo plusvalenze, che ha deciso per una penalizzazione di 10 punti in classifica alla Juventus e al proscioglimento dei dirigenti bianconeri. Non solo. “Dalla documentazione probatoria offerta dalla Procura Federale e, comunque, dalla mole di documentazione allegata al fascicolo di causa non risulta evidenza della responsabilità dei Consiglieri non operativi nei termini richiesti dal Collegio di Garanzia dello Sport. Tutte le intercettazioni, quasi sempre de relato – si legge ancora – non consentono di individuare alcun elemento che dia conto di consapevolezza o condivisione da parte dei consiglieri non delegati, in ordine ai fatti oggetto di deferimento. La Procura federale ravvisa nel concetto di ‘responsabilità da posizione’ il fondamento del comportamento colpevole dei consiglieri non operativi. In altri termini, soprattutto l’approvazione dei bilanci, riferiti alle annualità in contestazione, genera, secondo la Procura federale, la violazione dell’obbligo di agire informato”.

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