La biografia di Putin firmata da Dell’Arti in edicola con Repubblica

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Al dibattito aperto dall’Economist sulla “stalinizzazione della Russia”, si potrebbe aggiungere un curioso aneddoto: il nonno di Vladimir Putin era il cuoco di Stalin. Si chiamava Spiridon Ivanovic Putin, lavorava in un grande ristorante della San Pietroburgo zarista, dove un giorno entrò Rasputin. Il monaco consigliere dello zar ordinò una zuppa di cavoli, gli piacque, ne ordinò una seconda e poi una terza. Alla fine, volle conoscere il cuoco. “Di chi sei?”, gli chiese quando se lo trovò davanti.

Un riflesso condizionato dovuto ai servi della gleba, che appartenevano sempre a qualcuno: lo zar li aveva aboliti nel 1861, ma tante teste, come quella di Rasputin, non si erano ancora adattate. Spiridon rispose: “Io non sono di nessuno. Io sono Putin”. Rasputin allora si alzò in piedi e disse: “Bravo Putin, ti benedico! Vai con Dio, figlio mio”. E il nonno di Putin da qualche parte andò: mentre Rasputin e lo zar fecero una brutta fine, dopo la rivoluzione bolscevica Spiridon fu assunto come cuoco da Lenin; e alla morte di Lenin, nel 1924, fu ingaggiato da Stalin.

L’episodio è uno dei tanti narrati da Giorgio Dell’Arti in Le guerre di Putin, pubblicato da La nave di Teseo e in uscita con Repubblica da oggi: un libro che ripercorre i conflitti in cui il capo del Cremlino ha trascinato la Russia, dalla Cecenia alla Georgia all’attuale invasione dell’Ucraina, oltre a Siria, Libia, Repubblica Centroafricana, ma come avverte il sottotitolo, “storia non autorizzata di una vita”, è essenzialmente una biografia.

Diversa dalle biografie classiche perché si sviluppa sotto forma di dialogo, tra l’autore che pone domande e che risponde, in un viaggio a zig-zag nell’esistenza del nuovo zar di Mosca. Come se fossimo seduti al caffè con qualcuno che sa tutto di lui e soddisfa ogni curiosità. L’infanzia di ragazzino povero e bullizzato a Leningrado, lo shock di assistere al crollo del muro di Berlino come agente del Kgb in Germania Est, la folgorante carriera da anonimo portaborse a presidente della Russia fra il 1996 e il 1999 sulle ali corruzione, il patto con gli oligarchi miliardari per consolidare il potere e arricchirsi, la graduale evoluzione ad autocrate al governo da più di ventidue anni e in grado di restarci fino al 2036, per quasi trentasette, superando il record di Stalin.

Dell’Arti, detto per inciso, meriterebbe una biografia anche lui, magari a domande e risposte come questa: una vita nel giornalismo che lo ha portato fra molti altri incarichi a essere il fondatore e primo direttore del Venerdì di Repubblica e più recentemente il regista delle sfide letterarie a forma di tabellone tennistico sul nostro inserto culturale Robinson, oltre che scrittore, organizzatore culturale, editore in proprio e molto altro.

Ma torniamo alla lunga permanenza al potere di Putin: come ha fatto a essere presidente dal 1999, se la costituzione russa scritta dopo il crollo dell’Urss limitava la presidenza a due mandati di quattro anni ciascuno? Ha cambiato la costituzione, spiega Dell’Arti, e per dare maggiore legittimità al provvedimento lo ha fatto approvare dal popolo in un referendum. Già, ma come ha fatto a convincere il popolo a votare per la sua riforma di stampo chiaramente autocratico? Con una lotteria. “Chi depone la scheda nell’urna ha diritto al biglietto con il quale si possono vincere buoni d’acquisto da spendere in tremila negozi e ristoranti”, più appartamenti, automobili, telefonini, scrive l’autore. Una dittatura 2.0, mascherata da democrazia.

La prova che Putin, per concludere con la tesi dell’Economist, è il nuovo Stalin? Lasciamo la parola al nonno-cuoco di Putin, con cui nel 1960 il nipotino gioca una partita a scacchi, ennesimo episodio di questa brillante “biografia non autorizzata”. Il bambino è piuttosto bravo e dà scacco matto al nonno, che tuttavia continua a muovere i pezzi, come se la partita non fosse finita. “Ma nonno, la partita è finita, ho vinto io”, gli dice il futuro presidente della Russia. “E chi l’ha detto?” risponde il nonno. “Sono le regole”, protesta il bambino. “Quali regole?” è la lezione di nonno Spiridon. “Un vero uomo le regole le stabilisce da sé”.

Il volume: Le guerre di Putin. Storia non autorizzata di una vita di Giorgio Dell’Arti è in edicola da oggi con Repubblica a 12,90 euro in più. Il libro è disponibile in libreria pubblicato da La nave di Teseo.

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