La Bosnia-Erzegovina candidata all’ingresso nell’Unione europea: un messaggio al popolo e un compito per i politici

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Giovedì i leader dell’Unione Europea hanno deciso all’unanimità di concedere lo status di candidato all’UE alla Bosnia-Erzegovina. Questa decisione è un’importante pietra miliare, che conferma il futuro europeo del Paese. Risponde alle chiare richieste dei cittadini della Bosnia-Erzegovina di vivere in dignità, pace e prosperità. Questa decisione dovrebbe ora fornire una spinta al cambiamento in Bosnia-Erzegovina. I leader politici hanno il chiaro compito di procedere con riforme decisive e a lungo attese per trasformare questa ambizione in realtà.

Fin dall’inizio del mio mandato, ho lavorato per garantire che la Bosnia-Erzegovina possa continuare a contare sul sostegno dell’Unione Europea. Abbiamo lavorato intensamente per aiutare i leader politici della Bosnia-Erzegovina a migliorare la funzionalità delle istituzioni, ad affrontare le sfide della migrazione e a preparare un ambizioso pacchetto di riforme elettorali. Abbiamo mantenuto un mandato forte per la nostra operazione militare EUFOR/ALTHEA e fornito il necessario sostegno finanziario. Come ho detto a Sarajevo all’inizio di quest’anno, il nostro impegno per mantenere la sicurezza e la stabilità in Bosnia-Erzegovina è solido come una roccia. Siamo e resteremo pienamente impegnati per l’unità, l’integrità territoriale e la sovranità della Bosnia-Erzegovina.

L’aggressione illegale e immotivata della Russia contro l’Ucraina ha ricordato a tutti noi la fragilità della pace nel nostro continente. Non ci può essere neutralità tra l’aggressore e la vittima. Insieme, l’UE e i partner dei Balcani occidentali condividono la responsabilità di costruire un continente democratico, stabile e pacifico. La Bosnia-Erzegovina ha preso sul serio questa responsabilità, condannando l’aggressione e allineandosi alle sanzioni senza precedenti dell’UE contro la leadership russa. Questa posizione dimostra che il nostro futuro comune si basa su valori e principi condivisi.

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L’Unione Europea ha lavorato a stretto contatto con i partner di tutto il mondo per mitigare l’impatto negativo dell’aggressione russa sull’approvvigionamento alimentare, l’inflazione, l’energia e i prezzi delle materie prime e questo vale anche per la Bosnia-Erzegovina. In effetti, nessuno sta aiutando la Bosnia-Erzegovina più dell’UE, e lo facciamo senza intenzioni nascoste. L’UE ha mobilitato 1 miliardo di euro per aiutare le famiglie e le piccole e medie imprese dei Balcani occidentali a far fronte all’aumento dei prezzi dell’energia. A lungo termine, stiamo investendo nella transizione verde, per porre fine alla nostra dipendenza energetica e creare buoni posti di lavoro nella regione.

Non vedo l’ora di iniziare a lavorare con i leader neoeletti della Bosnia-Erzegovina, ponendo l’integrazione europea del Paese al centro delle loro azioni. C’è ancora molto da fare: lo status di candidato non è la destinazione finale, ma l’inizio di un nuovo capitolo. È necessaria una seria accelerazione delle riforme prima che inizino i colloqui di adesione. Queste riforme non sono fatte per “Bruxelles”, ma per migliorare la vita quotidiana di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina. Ogni cittadino ha un ruolo da svolgere in questo processo, anche se la responsabilità ultima dei risultati spetta agli eletti.

Sebbene il percorso da Dayton a Bruxelles rimanga impegnativo, la destinazione è ora ben visibile e la tabella di marcia è chiaramente delineata. Impegniamoci insieme in un nuovo percorso di avvicinamento della Bosnia-Erzegovina all’Unione Europea.

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