“La capretta era già morta. Mio figlio distrutto, non esce da casa”: la difesa della madre del ragazzo filmato mentre prendeva a calci l’animale

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Si agitano affacciati al balcone, consapevoli di essere finiti in un grosso guaio: “Stanno arrivando, chiamiamo il commissariato”. I genitori del ragazzo minorenne, la cui faccia con nome e cognome è stata esposta in piazza ad Anagni sabato pomeriggio, hanno saputo che un gruppo di ambientalisti guidato dal leader Enrico Rizzi ha intenzione di inscenare un flash mob proprio davanti casa loro per mettere di nuovo alla gogna il figlio che domenica 27 agosto ha preso a calci una capretta durante una festa di 18 anni, nell’agriturismo Sant’Isidoro in provincia di Frosinone. Il tutto è stato postato sui social e l’animale è stato ritrovato morto la mattina seguente dal proprietario.

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Ma la madre del giovane indagato non può che sostenere la tesi secondo cui suo figlio sia innocente: “La capretta era già morta. Mio figlio non ha fatto nulla. L’hanno spinta ma era già morta”, dice in affanno mentre dal terzo piano di questa villetta di Fiuggi, in una stradina poco lontana dal centro, controlla se davvero Rizzi sia in arrivo. “Perché il commissariato non risponde?”, si sgola il padre tenendo il cellulare in mano, mentre arrivano amici e parenti, in segno di solidarietà perché la voce del possibile blitz degli ambientalisti ormai rimbalza di casa in casa.

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In primo momento i genitori dei ragazzi coinvolti avevano detto che l’animale fosse agonizzante quando è finito nelle grinfie dei ragazzi. Adesso no, la difesa cambia: “La capretta era già morta. Mio figlio è distrutto, non esce da casa”, assicura la madre: “Parleranno gli avvocati e poi vediamo chi pagherà”.
 

La manifestazione nel paese accanto, Anagni, è appena terminata. Rizzi sale in macchina ma arrivato nei pressi di Fiuggi, dove abitano le dodici persone indagate per aver ammazzato la capretta, decide di fermarsi nella piazza molto affollata dove è in corso un evento sportivo. Qui espone i cartelli con il volto, il nome e il cognome di uno dei ragazzi minorenni indagato. Viene assalito dalle persone che si trovano lì per tutt’altra ragione: “Voi proteggete gli assassini. Siete complici”, grida il leader animalista, ma viene portato via dalla polizia perché la manifestazione, a differenza di quella svolta ad Anagni, qui a Fiuggi non è autorizzata.

Rizzi vuole prendersi tutta la scena del momento: “Non sapete – scrive sui social – gli insulti e le minacce. Dovrò uscire dal paese scortato. Ringrazio il commissariato per come sta gestendo la situazione dell’ordine pubblico a tutela della mia incolumità”.
 

Alla fine la polizia ha evitato il flash mob previsto sotto casa di uno dei dodici ragazzi indagati per l’uccisione della capretta e quindi il parapiglia che ne sarebbe scaturito perché nel frattempo nell’abitazione del giovane sono arrivati amici e parenti a dare manforte alla famiglia, che continua a predicare l’innocenza del giovane minorenne, la cui faccia ormai rimbalza sui profili social di Fiuggi, Anagni e dintorni.

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