La casa-alveare stampata in 3D con la terra

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Una decina di anni fa dirigevo una rivista importante che celebrava l’innovazione. Nel primo numero avevo messo in copertina Rita Levi Montalcini che compiva 100 anni lavorando nel suo laboratorio di Tor Pagnotta, ed ero alla ricerca di un’altra grande storia. Mi imbattei in un architetto visionario che aveva immaginato un altro modello di casa, sostenibile, ecologica, bella e a basso costo: “la casa da 100 mila euro” implicava anche un altro modo di vivere, la condivisione di spazi e utensili fra vicini, e finì in copertina come un ologramma fra le mani del suo inventore, Mario Cucinella.

Qualche anno dopo portai in Italia una meravigliosa fiera di inventori, la gran parte dei progetti erano relativi a stampanti 3D, che a molti, me compreso, sembravano una tecnologia prossima alla magia. Ma con le stampanti 3D ai tempi quasi tutti stampavano oggettini di plastica, giocattoli; i più bravi stampavano gioielli o protesi dentarie; Massimo Moretti voleva stampare case. Venne a Roma dalla Romagna con una stampante alta dodici metri e vederla lavorare era uno spettacolo. In questi anni di case stampate in 3D se ne sono viste diverse in giro per il mondo, ma tutte case fatte con il cemento: Massimo Moretti sognava di stampare una casa fatta di terra, la terra che calpestiamo. Una casa perfetta, abitabile, stampata in 3D e fatta di terra. Una casa a impatto zero si sarebbe detto un tempo quando calcolavamo il costo di ogni cosa in termini di inquinamento. La casa del futuro.

Un anno fa Mario Cucinella e Massimo Moretti si sono incontrati e dal loro incontro è nata una stella: si chiama Tecla ed è la prima casa al mondo fatta di terra (al 95% per cento, per essere precisi; il resto è un materiale che favorisce l’indurimento dello stampo). Ha la forma di un alveare e non perché l’azienda di Moretti si chiama Wasp, vespa; ma perché è la forma perfetta per una casa resistente, con un foro al centro per favorire la circolazione dell’aria e il mantenimento della temperatura interna (è la prima casa che si adatta alla latitudine, cioé varia l’altezza a seconda del clima). Per stamparla ci sono voluti meno di dieci giorni, 200 ore con due stampanti 3D in parallelo; costo dei materiali, zero; risultato due alveari di 70 metri quadri abitabili, letto e cucina compresa.

La stampa è finita a metà gennaio, ora stanno finendo le finiture per la presentazione. Ma intanto le foto hanno fatto il giro del mondo suscitando meraviglia non solo per la casa ma per la combinazione fra passato e futuro di Tecla, terra e stampanti 3D: una delle tecniche più antiche per fare case reinventata con una tecnologia moderna. Ora Tecla sarà analizzata e studiata e se verrà confermato che è stabile e sicura, entrerà sul mercato. E’ l’economia circolare applicata all’edilizia, la prova che il mondo sta cambiando non per caso ma perché ci sono persone che non smettono di provarci.  

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