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La Casa Bianca a Mar-a-Lago, Trump clona lo Studio Ovale. Ecco tutti i dettagli

New York – Se stesso come un “immortale” scolpito nella roccia accanto ai grandi presidenti della storia; la nostalgia dell’Air Force One; una targa in onore del Muro al confine con il Messico. C’è voluto un fedelissimo per rivelare al mondo il nuovo Studio Ovale di Donald Trump, e tutti gli indizi segreti che contiene sulla strategia dell’ex presidente per preparare la riscossa.

Stephen Miller, considerato “l’altra anima nera” di Trump dopo Steve Bannon, fu l’ispiratore del Muslim Ban e di molte misure contro l’immigrazione. In una visita a Mar-a-Lago, il resort in Florida dove Trump ha trasferito la sua residenza abbandonando New York, Miller si è fatto fotografare col suo capo e ha diffuso le immagini su Twitter.

Quelle foto hanno scatenato la curiosità, giornalisti e politici hanno ingrandito ogni dettaglio, in cerca di messaggi e simboli, per decifrare lo stato d’animo del presidente e le sue intenzioni. Quello studio non è proprio segreto, anzi, è la mèta di un continuo pellegrinaggio: parlamentari o governatori repubblicani continuano a cercare l’appoggio di Trump, grandi finanziatori della destra continuano a versare donazioni alla sua causa, e forse alla sua prossima campagna presidenziale. Ma è stato Miller a svelare così tanti dettagli di quella stanza, situata sopra il salone da ballo del Palm Beach Club.

Un tentativo di replicare lo Studio Ovale della Casa Bianca che Trump dovette lasciare – molto a malincuore, come tutti ricordano – il 20 gennaio. Gli indizi di un’acuta nostalgia sono tanti: una foto dell’Air Force One che sorvola Washington nell’Independence Day dell’anno scorso; una dell’elicottero Marine One in volo davanti a Mount Rushmore.

Trump non nasconde di considerarsi uno dei più grandi leader della storia americana, alla pari di un Abraham Lincoln o di un Teddy Roosevelt, e la governatrice del South Dakota lo ha assecondato regalandogli una replica del Mount Rushmore dove nella celebre montagna a fianco ai volti scolpiti di altri presidenti compare anche il suo.

Il culto egomaniaco della personalità è sempre visibile, tra i ninnoli che arredano lo studio c’è un mini-busto che rappresenta sempre lui. Per temperare il narcisismo però c’è un contorno di cornici con foto di familiari: Melania, figli, e il leggendario padre che lo salvò dalla bancarotta. Trump si fa fotografare mentre sfoglia una copia del Wall Street Journal, il quotidiano economico-finanziario di proprietà di Rupert Murdoch con cui ha da tempo un rapporto conflittuale: è la Bibbia del capitalismo americano, ma Trump lo accusa di essere rimasto al servizio dell’ideologia “globalista” che ha fatto danni al Paese.

Murdoch gli ha inflitto un tradimento peggiore quando la sua tv FoxNews ha preso le distanze dalle accuse sui brogli elettorali. Una presenza galeotta, nascosta dietro il telefono, è la bevanda favorita dell’ex presidente: Diet Coke. Non ci sarebbe nulla di cui vergognarsi, salvo che Trump ha invocato un boicottaggio della Coca Cola perché la multinazionale di Atlanta appoggia i democratici della Georgia che respingono le nuove regole elettorali in nome dei diritti degli afroamericani.

Per una premonizione sul futuro politico, l’oggetto più emblematico è una targa regalata a Trump dalla US Border Patrol, la polizia di frontiera, un ringraziamento per la sua azione nel rafforzare il controllo del confine Sud, e implicitamente un “endorsement” del Muro col Messico. Questo torna ad essere il principale cavallo di battaglia di Trump, di fronte all’impennata di arrivi di migranti richiedenti asilo. La crisi umanitaria alla frontiera registra il record di ingressi da 15 anni. Trump accusa Biden di averli incoraggiati promettendo una sanatoria. Lui è convinto che sul boom di clandestini il suo partito può vincere le elezioni legislative di mid-term, e riconquistare la maggioranza al Congresso: la campagna elettorale di fatto è già iniziata visto che si vota nel novembre 2022, tra soli 19 mesi.

Un Congresso repubblicano farebbe di Biden un presidente dimezzato e spianerebbe la strada per la ricandidatura di Trump? Di sicuro lo Studio Ovale bis di Mar-a-Lago avrà una lunga lista d’attesa, un’impennata nelle richieste di audizione. La presa di Trump sul Grand Old Party non si è indebolita neanche dopo tre mesi di quasi-silenzio sui social media.  



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