La direttrice dell’orfanotrofio: “Così ho salvato i miei 19 bimbi dalle bombe russe”

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Il suo coraggio ha permesso di salvare la vita a 19 bambini orfani. Lidia Yaroshenko è la direttrice dell’orfanotrofio comunale di Chernihiv. Durante i bombardamenti tra il 10 e il 12 marzo la donna ha preso con sé i bambini accolti nella struttura e dopo un’odissea di cinque notti e quattro giorni ha raggiunto il confine con la Polonia: “Abbiamo preso il furgone che c’era stato donato dall’associazione Arca Senza Confini e siamo fuggiti. Ovunque c’erano bombe, si sentivano le esplosioni anche la sera”, racconta la donna. Durante il viaggio, in uno degli ultimi posti di blocco, i 19 bambini hanno dovuto salutare il loro insegnante di educazione fisica che era con loro: “Abbiamo implorato i militari di lasciarlo con noi, ma non l’hanno permesso perché tutti gli uomini sono obbligati a servire l’esercito. Per i bimbi è stato un grande dolore”. Al confine con la Polonia hanno trovato ad accoglierli Carmelo Portogallo e Alfina Lombardo, due volontari di Arca Senza Confini che li hanno portati a Mascali, nel Catanese, dove alcuni dei bambini, erano già stati ospitati da famiglie italiane. La comunità locale ha organizzato per loro una festa e nella struttura dove sono ospitati la banda del paese ha suonato l’inno ucraino. I bimbi l’hanno fatto ripetere due volte perché volevano cantarlo. “Oggi sembra andare un po’ meglio, ma se si fermano a pensare non fanno altro che piangere”, aggiunge la direttrice che prega per la fine della guerra e ringrazia l’Italia.

Di Alessandro Puglia

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