La “fabbrica” di Bitcoin nel centro di Milano: “Ecco come nasce la criptovaluta”

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MILANO – Altro che l’Eldorado del Klondike o il sottosuolo del Sud Africa. La nuova corsa all’oro (digitale) del Bitcoin ama le comodità e la caccia alle criptovalute si fa sì in miniera, ma in pieno centro a Milano. Località: Piazzale Biancamano. Cinquecento metri in linea d’aria dal Duomo, due passi dalla movida e dai grattacieli di Porta Nuova. Non serve il caschetto, niente ascensori metallici da brividi per sprofondare nel ventre della terra. Basta entrare nel portone di una vecchia casa meneghina, scendere qualche gradino verso le cantine e il rumore sordo dei minatori al lavoro annuncia che si è arrivati a destinazione. “Benvenuti a Criptomining” dice Matteo Moretti, trader e imprenditore (guida pure Justmary, startup di consegna a domicilio di cannabis legale) che con il socio Elio Viola si è lanciato in tempi non sospetti – oltre tre anni fa – nel misterioso business della creazione di monete digitali. Il rumore delle ventole dei suoi dipendenti – 26 macchine Asic che lavorano 24 ore su 24 e sette giorni alla settimana per cercare il Sacro Graal del Bitcoin – è assordante. Il bocchettone arancione del condizionatore pompa aria fresca per tenere la temperatura a 20 gradi ed esorcizzare il rischio-black-out. Un groviglio di cavi neri, gialli e verdi – sotto l’occhio vigile di una telecamera – porta ai computer l’energia necessaria (“servono circa 50 kilowatt”, spiega Moretti) per fare il loro mestiere. E loro, instancabili, fabbricano Bitcoin.

Il Bitcoin sfonda quota 50mila sotto il faro delle autorità Usa

Come? Entrando in miniera, ovvero nell’universo digitale fatto di dati e algoritmi dove si scambiano e si creano i Bitcoin. Una struttura chiusa (gli esperti la chiamano blockchain) con regole predefinite e immutabile, dove centinaia di migliaia di computer come quelli al lavoro nel sottosuolo di Milano offrono il loro cervello e la loro capacità di elaborare dati per risolvere i complessi problemi computazionali che “certificano” tutti i passaggi di mano di criptovalute. Registrando in modo inconfutabile chi compra e chi vende con la precisione di notai digitali. Un lavoro duro e costoso – la fabbrica mondiale del Bitcoin consuma ogni giorno la stessa energia di un paese come la Svizzera – ma redditizio. “Perché i nostri minatori vengono remunerati dal sistema in Bitcoin”, racconta Moretti. Quanto? “Con queste macchine riusciamo a estrarne uno all’anno, ma stiamo per aumentare la nostra capacità di elaborazione per arrivare a quattro”, dice il numero uno della società. Con il Bitcoin ai valori attuali, la cantina di piazzale Biancamano guadagna oggi 52mila dollari all’anno, in euro qualcosa come 115 euro al giorno.

L’ottovolante delle quotazioni del Bitcoin, ovviamente, mette a dura prova le coronarie e il portafoglio di chi ci ha investito dei soldi. “Noi abbiamo cominciato con 60mila euro, i nostri risparmi, spesi per le prime 12 macchine” ricorda Moretti. Lui e il suo socio hanno visto la regina delle monete virtuali schizzare a 20mila euro, poi l’hanno vista crollare a 3mila. Hanno resistito stringendo i denti quando la loro miniera rendeva una decina di euro al giorno e il costo per mantenere i pur parchi minatori era superiore alle entrate. Ma oggi grazie alla Bitcoinmania e alle quotazioni record possono tornare a sognare in grande. “Abbiamo un crowdfounding aperto per finanziare la crescita” dice Moretti. Stanno studiando una piattaforma di consulenza sulle criptovalute, preparano visite guidate alla miniera e sognano la quotazione o la cessione dell’attività a un big player del settore (ci sono singole realtà con migliaia di computer che arrivano a consumare fino a 300 Mw di potenza). I vicini di Piazzale Biancamano – che oggi borbottano un po’ per il rumore che arriva dalle cantine – devono mettersi il cuore in pace. Il frastuono condominiale, d’altronde hanno una miniera sotto casa, è destinato a crescere ancora. E l’unico strumento per farlo abbassare – in Criptomining incroceranno le dita – è un nuovo crollo del Bitcoin.  

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