La geografia degli scambi: gli europeisti rischiano dopo le defezioni di Rojc e Rossi

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Roma. La senatrice Tatjana Rojc proprio stamani ha confermato al gruppo dei fu responsabili per Conte – gli “Europeisti. Maie. Centro democratico” – che ha davvero deciso: “Torno a casa nel Pd”. Dai Dem del resto proviene e fu prestata ai responsabili in Senato per sostenere il governo Conte 2, che vacillava e infatti franò. Via lei, e via anche Maria Rosaria Rossi, l’ex assistente di Berlusconi, transitata a sorpresa da Forza Italia agli Europeisti e ora in arrivo tra i totiani di “Cambiamo”.  A questo punto gli “Europeisti. Maie.Centro democratico” da dieci (quota minima per avere un gruppo autonomo a Palazzo Madama) passano a otto e potrebbero avere il record di gruppo parlamentare più breve della storia: neppure tre mesi di vita, dal 27 gennaio a dopo Pasqua.

Senato, Tatjana Rojc torna nel Pd: “Questa è la mia casa”

Rojc e Rossi lasceranno formalmente nella seconda settimana di aprile. Gregorio De Falco, l’ex comandante che ha portato in dote agli Europeisti il logo del Centro democratico di Tabacci, dice: “Ci stiamo dando da fare perché il gruppo sopravviva con nuovi senatori che potrebbero arrivare dagli ex grillini o da altre formazioni. Ma se non ci riuscissimo non sarebbe un dramma. Io dove vado? Tornerei nel Misto”. 

Nella inquieta geografia delle Camere, ai cambi di casacca dei parlamentari, si sommano nascite e rapidi tramonti delle formazioni: sottogruppi del Misto, difficili gestazioni, simboli fatti e disfatti. 

L’impressionante numero di transfughi si sa: 125 sono stati i cambi di gruppo tra i deputati e 66 tra i senatori. L’ultimo in ordine di tempo è arrivato ieri: l’ex forzista Antonino Salvatore Germanà, già transitato al gruppo Misto, ha traslocato nella Lega, che si rivela ancora il partito più attraente. Durante il Conte 2, con la Lega di Salvini all’opposizione, si parlò di una vera e propria campagna acquisti per mettere in difficoltà l’ex premier. Fase evidentemente superata. 

Per limitare la creazione di nuovi gruppi parlamentari autonomi non solo i senatori devono essere almeno dieci, ma ci vuole un contrassegno presentato alle elezioni. Ecco quindi che Italia Viva di Matteo Renzi, nato per scissione dal Pd a Palazzo Madama è ricorso al simbolo del Psi, portato in dote dal socialista Riccardo Nencini. Iv ha 17 senatori, per ora è tornato nel Pd solo Eugenio Comincini e si è parlato dell’addio di Leonardo Grimani.  

L’esodo dai 5Stelle è stato il più massiccio. Iniziato con espulsioni e dissensi, è diventato un fatto politico con la nascita del governo Draghi. Le molte costole hanno creato altrettante sotto formazioni. C’è stata ad esempio “10 volte meglio!”, costituitasi nell’aprile del 2019 per iniziativa di tre ex deputati grillini tra i quali Catello Vitiello ora passato con i renziani. Spentasi assai in fretta. Sempre a Montecitorio come sotto insieme del Misto è appena nata  Facciamo eco-federazione dei Verdi, composta da Rossella Muroni, ex Leu, da Lorenzo Fioramonti, ex ministro grillino alla Scuola, da Andrea Cecconi, Alessandro Fusacchia, Antonio Lombardo. Creatura neonata è L’alternativa c’è, componente degli ex grillini anti Draghi: alla Camera conta 14 deputati, al Senato quattro senatori che pensavano di contare sul simbolo di Italia dei valori di Di Pietro, ma che il segretario Ignazio Messina gli ha rifiutato. Vivono a Montecitorio il Centro democratico di Bruno Tabacci, con 10 deputati; Azione-+Europa Radicali italiani (4 deputati: ha senatori, Emma Bonino e Matteo Richetti); Cambiamo-Popolo protagonista (10 deputati), Noi con l’Italia-Usei-Rinascimento Adc, di cui fa parte Vittorio Sgarbi. 

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