Sono passati due anni dalla Palma d’oro a Cannes a sorpresa e con gaffe a Titane quando Julia Ducournau portò a casa il massimo premio con la sua storia estrema di amore e titanio e Nanni Moretti, ironicamente ma non troppo, postò la sua foto invecchiatissima e la frase “Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro”. Due anni dopo la regista francese è in giuria al festival e Moretti è di nuovo in corsa per la Palma d’oro con Il sol dell’avvenire, a chi le chiede come si approccerà a questo film risponde: “Il bello di essere in giuria è che si possono vedere tutti i film con spirito aperto e senza pregiudizi. Io non voglio sapere niente prima di vedere un film, non ho letto nulla e non ascolto interviste. Arrivo con lo spirito vergine e il film di Nanni Moretti lo vedrò esattamente come gli altri”.
Due francesi, due americani, il presidente svedese, una zambiana naturalizzata inglese, un argentino e una marocchina, un afgano: nove giurati per la Palma d’oro. Il vincitore della Palma dello scorso anno, il regista svedese due volte premiato Ruben Östlund, autore di Triangle of sadness, guida la giuria che assegna i premi più importanti. Gli altri membri sono: la regista marocchina Maryam Touzani, l’attore francese Denis Ménochet (protagonista di As Bestas), la sceneggiatrice e regista zambiana naturalizzata inglese Rungano Nyoni, l’attrice americana Brie Larson (premio Oscar per Room e conosciuta nel mondo come Captain Marvel), l’attore americano Paul Dano, lo scrittore afgano Atiq Rahimi, il regista argentino Damián Szifrón e appunto la regista francese Julia Ducournau. Che quando è stata chiamata da Frémaux ha “accettato e poi subito chiamato Vincent Lindon (presidente di giuria lo scorso anno e protagonista del suo Titane, ndr.) per farmi dare dei consigli, che non vi rivelerò mai”.
Per tutti la proposta è stata un po’ uno choc, un po’ una sorpresa, c’è persino chi ha pensato allo scherzo e chi ha perso dieci telefonate di Thierry Frémaux prima di capire di che si trattava. Paul Dano (una lunga carriera d’attore e un film da regista, da Little Miss Sunshine al “papà” di Spielberg in The Fabelmans) ha raccontato di essere qui con “la sensazione di aprire un regalo, ho mostrato a mia moglie il messaggio in cui mi chiedevano di venire qui e lei mi ha detto subito devi andare”. La moglie è l’attrice e sceneggiatrice Zoe Kazan che Dano sostiene da lontano in questo momento difficile per la categoria con lo sciopero degli sceneggiatori a Hollywood: “Mia moglie non è qui si sta occupando del nostro bambino di sei mesi e sta protestando. Non appena avrò finito qui a Cannes tornerò là per protestare con lei”.
Per Brie Larson questo festival non è soltanto la prima volta in una giuria ma la prima volta al festival di Cannes. In conferenza stampa un giornalista ha cercato di farle dire qualcosa sulla polemica riguardo il film con Johnny Depp in apertura ma l’attrice è stata di pochissime parole: “Se lo vedrò non so cosa proverò a riguardo”. Più loquace invece sulla distanza tra il cinema Marvel e i film indipendenti: “Posso dire solo dalla mia prospettiva e per quel che mi riguarda c’è molta cura e molto lavoro sia nei film indipendenti che nei blockbuster. Ogni film è un’esperienza unica, mi piace avvicinarmici senza sapere nulla e talvolta ne vengo sorpresa, apprezzo il lavoro che c’è dietro la magia, dietro la lavorazione di ogni film: apprezzare l’impegno e poi lasciarsi andare alle emozioni”.
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