La grande boxe stasera su Repubblica.it: live streaming il titolo italiano dei pesi welter

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“La prima cosa è diventare il campione della tua nazione. Me lo hanno detto anche ex campioni come Branco, Blandamura, Duran. Al titolo italiano ci tengo e me lo voglio tenere stretto”. Nicholas Esposito da Cremona, 27 anni, sedici incontri da professionista tutti vinti. Repubblica.it trasmetterà live streaming la sua difesa della cintura tricolore venerdì 1° luglio (collegamento a partire dalla 21,30, con il main event preceduto da due incontri di sottoclou). Cercherà di detronizzarlo Alessio Mastronunzio da Ardea (comune vicino Roma), anche lui 27 anni. Si combatte a Rozzano, hinterland milanese, lì è nato Daniele Scardina: il match che ha perso contro De Carolis ha ridato alla boxe italiana una visibilità che non si vedeva da parecchio tempo. “Daniele oltre che il pugile cura anche il personaggio – spiega Esposito – , porta vip a bordo ring, attira gente. Fare la stessa cosa? Ognuno ha le sue caratteristiche, io sono il tipo che porta il meccanico dell’officina, l’idraulico, quello del bar, i ragazzi della curva della Cremonese di cui sono tifoso. Insomma, mi piace definirmi un pugile del popolo”.

Esposito, quel mese negli Usa per decidere

Nicholas ha iniziato per caso con la boxe. “Giocavo a calcio, un giorno mi sono rotto tibia, perone, malleolo e cartilagini varie. Non ne volevo più sapere del pallone e mio padre, ex campione regionale dei dilettanti, mi ha portato in palestra”.  Ne è nato un fighter (“Mi piace la battaglia, il pubblico si entusiasma. Consumo più energie, ma è un tipo di pugilato che diverte anche me”), dallo stile molto ‘americano’. Proprio negli Stati Uniti Esposito ha deciso la strada da intraprendere: “Avevo perso stimoli, volevo fare il salto. I miei allenatori mi hanno detto di andare in America e starci un mesetto. Lì ho fatto sparring con un messicano e l’ho messo giù. Sono piaciuto, Sadam Ali mi ha volutoper allenarsi, è stata una esperienza fondamentale”. Sadam Ali , ottimo pugile, è stato anche campione del mondo. Tra gli avversari battuti, anche l’idolo di Nicholas. “Miguel Cotto, un pugile che adoro. Ma in generale mi piace la boxe americana, come portano avanti il campione e il personaggio insieme. Terence Crawford per esempio è un fuoriclasse ma è poco personaggio e riscuote meno successo di Ryan Garcia. Sarà anche meno forte ma lo conoscono pure le nonnine…”

Mastronunzio, quella notte al Madison

Proprio gli Stati Uniti sono il punto di contatto tra i due contendenti. Perché se Esposito ci è andato per ritrovare se stesso, Alessio Mastronunzio ci è andato per combattere. Ha avuto un grande coraggio, ha rischiato, probabilmente troppo, contro Xander Zayas, un portoricano destinato alle vette mondiali che non usa fare prigionieri. Alessio ha perso per kot, ma niente drammi: “Io penso che quella sconfitta sia una parte importante del mio percorso. Ho capito i miei limiti, ora so dove mettere l’asticella per poterli superare. E poi aver provato le sensazioni del Madison Squadre Garden, combattere con tutta quella gente mi ha dato sicurezza. Anche se ho perso”.

Un fighter che viene dal motocross

Come Esposito, anche Mastronunzio è un fighter: “Provo anche a fare il tecnico, ma poi il carattere ha il sopravvento… Comunque penso che sarà un incontro molto spettacolare, da cuori caldi anche se dovrò cercare di restare freddo nei momenti decisivi”. Ottimista sulla boxe italiana: “Stiamo riemergendo. Guido Vianello sta col grande Bob Arum e combatte negli Usa. Ci sono elementi forti come Magnesi, Federici. E’ molto bravo anche Giovanni Sarchioto (uno dei sottoclou che verranno tasmessi, ndr). Secondo me entro breve tempo torneremo in alto”.  Anche lui come Esposito si ispira ad un guerriero del passato (“Arturo Gatti è il mio preferito. Non l’ho mai visti tirarsi indietro”), e come Esposito ha iniziato facendo altro: “Alla boxe sono arrivato che avevo già 18 anni. Mio fratello mi ha portato in palestra dal maestro D’Alessandri. Ma prima facevo motocross. Campionati italiani, gare a livello europeo. Mi ha formato a livello caratteriale, mi ha dato coraggio. Anche perché parliamoci chiaro. Un ko fa male, ma se caschi con la moto è peggio…”.

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