La grande svolta di Hollywood: niente più armi vere in scena

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New York — La glorificazione delle armi in America ha molto a che fare con la storia di Hollywood, dalla 44 Magnum dell’ispettore Callaghan al giustiziere della notte Charles Bronson. Ma dal mondo del cinema adesso arriva il segnale opposto: le armi vere vengono vietate sul set. Due anni dopo la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, uccisa da un colpo sparato dalla pistola usata per una scena western da Alec Baldwin, molte produzioni hanno deciso di utilizzare armi giocattolo o caricate ad aria compressa. Nel film di Sofia Coppola Priscilla, sul matrimonio tra Priscilla e Elvis Presley, la protagonista spara a salve. In Napoleon, con Joaquin Phoenix, gli attori usano innocui moschetti. E lo stesso fanno i soldati di Golda, con Helen Mirren, storia della premier israeliana Golda Meir durante la Guerra del Kippur.

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Anche le produzioni di action movie alla Dwayne Johnson, tipo Red notice, hanno cambiato approccio. «Non ci interessa — ha commentato l’attore al New York Times — se nelle scene ravvicinate si perde qualcosa». Guy Ritchie, regista di The covenant, sulla guerra in Afghanistan non ha usato armi vere e a Newsweek ha detto di non aver trovato differenze con quelle reali. In The killers of the flower moon di Martin Scorsese, invece, le pistole sono reali. La morte di Hutchins ha fatto scoprire al grande pubblico un segreto di scena: le armi usate nei film possono essere reali. Per anni sono state utilizzate soprattutto per i primi piani.

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Quando Baldwin era andato sul set di Rust gli era stato detto che la sua pistola era caricata a salve, invece il colpo sparato a pochi metri dall’inquadratura aveva centrato la direttrice della fotografia, uccidendola. Nel 1993 Brandon Lee era morto a 28 anni sul set di Il corvo, colpito da un proiettile vero caricato in mezzo a quelli inerti. Lee recitava la parte di un musicista rock ucciso da una gang di strada ma capace di tornare in vita per vendicarsi. Nove anni prima Jon-Erik Hexum si era sparato alla testa con una 44 Magnum, mimando per scherzo la roulette russa sul set della serie tv Cover up. La pressione ravvicinata da una pistola cannone come quella, nonostante fosse caricata a salve, gli provocò un foro in testa e danni al cervello. La famiglia autorizzò l’espianto degli organi.

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Rust fa parte di questa storiografia tragica della disattenzione ma rispetto agli altri episodi ha cambiato la percezione di Hollywood verso la fatalità delle armi. Le compagnie di assicurazione non coprono più i rischi delle piccole produzioni che prevedono di usare pistole reali, mentre in California da luglio una legge richiede la presenza di supervisor sul set. Ma molti attori, prima di girare una scena, non si accontentano più di una rassicurazione.

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