“La guerra durerà anni”. Dalla Nato nuove armi a Kiev per difendere il Donbass

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Bruxelles. La Nato non ha “alcuna indicazione” che la Russia abbia rinunciato a occupare e controllare l’intero Paese. Durante il vertice con i ministri degli Esteri, il segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha spento qualsiasi illusione. Non ci sono nuovi piani di Mosca, e la “guerra durerà a lungo, forse anni”. Per questo il fronte occidentale deve continuare ad aiutare l’Ucraina. Anche e soprattutto sotto il profilo degli armamenti. Anzi, il termine utilizzato nel corso del summit è stato: “Armi di alta qualità”. Segno che l’Alleanza occidentale è pronta a compiere una sorta di salto di qualità nel rifornimento bellico. Tanto da far dire a Stoltenberg che la distinzione tra armi offensive e difensive è piuttosto “bizzarra”. Frasi che hanno in parte rinfrancato il ministro degli Esteri ucraino Kuleba che ieri mattina aveva avanzato tre richieste ai partner: “Armi, armi, armi”. 

Secondo il segretario Generale, il Cremlino “non si sta ritirando, ma riposizionando. Ci aspettiamo una grande battaglia nel Donbass”. E alla luce degli orrori commessi fino ad ora dai russi (“li stanno commettendo anche ora mentre vi parlo”, ha ammonito il segretario di Stato Usa, Blinken), l’esercito e la popolazione ucraina vanno rapidamente riforniti. Anche perché, è il timore ancora di Kuleba “nel Donbass si rivedrà la Seconda Guerra mondiale”. Quindi, insiste il segretario di Stato americano, “non lesineremo sull’aiuto e stiamo capendo se ci sono sistemi che possono fare la differenza, in consultazione con Kiev e i partner. Equipaggiamenti che non abbiamo fornito sinora”. Da associare a una intensificazione del controllo aereo ai confini della Nato. L’obiettivo finale resta sempre lo stesso: il ritiro delle truppe di Mosca. Senza di esso, insistono nel Quartier Generale di Bruxelles, “non ci può essere la pace”. E per far capire quanto la situazione sia cambiata rispetto a pochi mesi fa, il ministro degli Esteri britannico Liz Truss, durante la cena di mercoledì sera, è stata netta sul futuro dei rapporti con il Cremlino: “L’età dell’impegno con la Russia è finito” perché è morta la possibilità di stringere un accordo in cui Nato e Russia “non si considerino avversari”. 

Una Nato globale. La risposta alleata a Pechino e Mosca

Ma c’è un aspetto ulteriore che sta modificando il perimetro dell’Alleanza: la Finlandia. Helsinki è ora pronta a chiedere l’adesione al Patto. Il suo confine con la Russia è amplissimo e in questa fase la sua neutralità non è più una garanzia. “Ora – ha detto il ministtro degli esteri filandese, Pekka Haavisto – nei sondaggi una chiara maggioranza della popolazione sostiene l’adesione alla Nato. Il governo sta preparando un Libro Bianco che verrà consegnato al Parlamento la settimana prossima. Dipenderà dal Parlamento come procederemo, ma il dibattito è in corso”. La questione è stata trattata diffusamente al summit e tutti gli alleati hanno confermato che quando la domanda formale sarà presentata, l’iter di accettazione sarà rapidissimo. Molti degli apparati di intelligence della Nato nelle ultime ore sono stati sensibilizzati a cogliere le reazioni della Russia proprio su questo punto. Sull’ipotesi di ingresso di Helsinki e sulla presenza al vertice degli altri sette “ospiti”. Il tipo di risposta che verrà dato da Mosca e dalla Cina sarà un fattore importante per le scelte del prossimo futuro. A cominciare dallo “Strategic Concept” (la strategia dell’Alleanza nei prossimi dieci anni) che sarà approvato a fine giugno al consiglio Atlantico di Madrid.

Nel frattempo l’Ue ha confermato la sua missione di oggi a Kiev. La presidente della Commissione Von Der Leyen e l’Alto Rappresentante Borrell incontreranno il presidente ucraino Zelensky proprio a Kiev. Un modo per ribadire la scelta di campo dell’Europa. 

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