La Lombardia approva la legge per curare i disturbi alimentari. Ambra: “Ragazze, combattiamo insieme questo mostro”

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Alle ragazze del Centro pilota per il trattamento dei disturbi del comportamento alimentare di Gussago, Ambra Angiolini ha chiesto di raccontarsi, dando le “misure” non certo ai loro corpi, ma “a quello che sentono”. E quello che è arrivato, dice, sono storie “di dolore, ma anche di tanta bellezza”, di “cuori che pesano cento chili perché sentono troppo” e di “anime così stanche, che non arrivano a due etti”, di “sensi di colpa insopportabili” e di “autostima” talmente inesistente da non avere forma. L’ultima mail è stata appena inviata e l’attrice la legge, commuovendosi, per lasciar parlare lei, “questa ragazza, che potrebbe essere mia figlia o la figlia di tanti che non pensano a questa macchia enorme che c’è sul nostro futuro”.

Ambra sul palcoscenico, un laboratorio teatrale per dire: “Io sono io, non la bulimia”

(fotogramma)

È un dialogo con la malattia, un “mostro” nato dalla solitudine in grado di “trasformare gli occhi in pozzi neri senza fondo e rendere fragili come bicchieri i corpi”: un monologo che andrà in scena, “appena riapriranno i teatri”, dice Ambra. Come tutti gli altri raccolti durante questo speciale laboratorio teatrale partito da Brescia, ma destinato a coinvolgere altri centri. “Il Niguarda ha già chiesto di aderire al progetto e speriamo che altri arriveranno”, spiega Simona Tironi, la vicepresidente della Commissione Sanità della Regione.

(fotogramma)
Sono due strade che si sono incontrate e che adesso camminano insieme. Da una parte: il percorso istituzionale della legge contro i disturbi alimentari, che il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità, “dopo un lavoro durato un anno e l’ascolto degli specialisti, delle associazioni dei pazienti e delle loro famiglie”, dice Tironi, che di questa legge è stata la relatrice. Dall’altra parta: l’esperienza di vita di Ambra Angolini, che sul lungo rapporto – 12 anni – con la bulimia ha scritto un libro (InFame) e che in questa battaglia ha voluto impegnarsi concretamente, “per il futuro dei ragazzi”. È con questa storia, con la sua storia, che l’attrice si è presentata anche alle ragazze del centro di Gussago per iniziare il progetto teatrale. Il titolo: “IO VOGLIO anorESSERE buliMIA”, con le parole anoressia e bulimia che scompaiono “perché noi non siamo la malattia”. Quando è stata lei ad ammalarsi “di questo cancro dell’anima”, che non è facile da diagnosticare e soprattutto “che prevede un percorso di anni perché non esiste una cura uguale per tutti”, le uniche strutture erano quelle psichiatriche. E anche per questo, spiega, la legge appena approvata dal Pirellone “è un primo enorme passo verso qualcosa di concreto”.

In Lombardia una rete contro i disturbi alimentari: il progetto della Regione con Ambra in prima fila

I centri, rivendica Tironi, “in Lombardia esistono, ma vanno ridotte le liste di attesa ancora troppo lunghe e dobbiamo aumentare anche i posti letto”. Per questo è nata la legge. Che prevede la creazione di una Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e la nascita in ogni Asst (le ex aziende ospedaliere) di ambulatori che possano intercettare precocemente il bisogno, fare una diagnosi ed eventualmente inviare i pazienti alle strutture specializzate. E visto che, appunto, queste patologie sono così complesse da non limitarsi a un solo fronte, l’obiettivo è quello di far lavorare équipe funzionali composte da più figure, dallo psichiatra al dietologo, dal medico internista al nutrizionista. Un impegno viene preso anche per la formazione, che dovrà allargarsi sino alle scuole, e per il sostegno alle famiglie.

I numeri, da soli, non bastano a raccontare disturbi che Massimo Lombardo, il direttore generale dell’Asst Spedali Civili di Brescia, chiama “strappi del tessuto sociale che lacerano i ragazzi e le loro famiglie”, ma è da lì che anche la legge è partita. In Lombardia, nel 2019 sono stati assistiti e curati per bulimia e anoressia e altre patologie legate ai comportamenti alimentari 1.500 minori e 3 mila adulti. E la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione, con un aumento delle richieste “del 30 per cento” e con l’età dei primi sintomi che si è abbassata dall’adolescenza alle scuole medie. È anche per questo che la legge “nata dalla condivisione”, come l’ha definita il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, è diventata bipartisan. E, in modo altrettanto trasversale, aggiunge Tironi, l’aula ha approvato una mozione e un ordine del giorno per incrementare, in caso di necessità, le risorse a disposizione”. Oggi, Regione impegna 4 milioni all’anno per curare i disturbi alimentari: la legge ne aggiunge 1,5 milioni all’anno per i prossimi tre anni, “ma calcoleremo il reale fabbisogno con l’impegno di potenziare l’investimento”.

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