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La madre vende i video hard della figlia quindicenne in cambio di buoni spesa Amazon: rinviata a giudizio

Aveva solo 15 anni e girava video hot insieme al fidanzatino di 17, che poi metteva sui social network in cambio di denaro. Video spinti, dietro ai quali c’era la complicità della madre della ragazza, una quarantenne di Torino che oggi è stata rinviata a giudizio con l’accusa di sfruttamento e induzione alla prostituzione. Il processo per lei è stato fissato l’8 novembre 2022.

É una storia terrificante quella successa tra novembre e dicembre del 2019, che fu anche raccontata in televisione dalla trasmissione Le Iene. La ragazzina e la madre a volte comparivano anche insieme nei video postati su “Badoo” e “Periscope”, in cui mostravano disinibite i propri corpi, con scene anche spinte che a volte coinvolgevano anche il fidanzato dell’adolescente. In un filmato girato in diretta dalla quindicenne, si sentiva la madre intervenire per il fatto che la ragazza avesse inquadrato anche il volto della sorellina undicenne, senza tuttavia dirle di smetterla di riprendersi in quelle immagini così spinte girate persino di fronte alla bambina. All’inviata delle Iene la donna aveva spiegato di essere pentita e di averlo fatto perché era “troppo amica della figlia”. Del caso si era subito interessato anche il tribunale per i minorenni.

La pm Lisa Bergamasco ha svolto le indagini nei confronti della madre a cui è contestato  di aver “indotto, gestito e sfruttato la prostituzione della figlia,  e favorito il fatto che la ragazzina si iscrivesse sui siti internet e sui social network  dedicati a incontri e scambio dei video  e delle fotografie , anche in diretta, in cui si presentava in biancheria intima o mostrava seni e glutei, anche con il suo contributo e con quello del fidanzato minorenne, in cambio di denaro”. In particolare la donna è accusata di aver anche inviato un video sessuale che coinvolgeva i due ragazzi a un uomo in cambio di 1500 euro , oppure in  cambio di buoni spesa di “Amazon”. All’udienza preliminare, la madre, assistita dall’avvocata Cristina Pontarelli del foro di Napoli, ha negato l’accusa, ha sostenuto di non aver mai preso denaro in cambio di quei filmati, e ha scelto di essere giudicata con rito ordinario, dove, se l’accusa venisse confermata rischia una condanna molto severa. Nel procedimento la figlia minorenne della donna è difesa dall’avvocato Emanuela Martini, mentre lei e la sorellina sono asstitite dall’avvocata Marinella Ruffatto come curatrice speciale anche di fronte al tribunale per i minorenni.  



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