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La mamma del ragazzo pestato come Willy: “Mio figlio aggredito senza un perché, basta violenze a Colleferro”

È una mamma che non si dà pace: “Una violenza inspiegabile. Questa volta è toccata a mio figlio, in futuro potrebbe succedere ad altri. La speranza è quella di non dovere assistere più a episodi del genere”. Dopo una notte in bianco accanto al figlio Lorenzo, pestato a 17 anni a Colleferro da due giovani, questa mamma è ancora incredula. Suo figlio ha mandibola e naso fratturati. È stato afferrato alle spalle, preso a pugni in strada e poi, una volta svenuto a terra, colpito anche con un calcio. Il branco l’ha sopraffatto, erano almeno in dieci ad assistere alla scena. Su un’Audi A3 un complice aspettava i picchiatori. Gli amici che erano con Lorenzo non hanno potuto fare molto.

Il ragazzo, liceale di Segni, adesso scalpita nel suo letto d’ospedale, a San Giovanni. È ferito nell’orgoglio perché anche lui, come i due aggressori finiti in carcere pratica arti marziali miste, le Mma. E i suoi aggressori li ha conosciuti proprio in una palestra tra Segni e Colleferro. “Se li avessi visti scendere da quell’auto non mi sarei fatto cogliere di sorpresa. È stata una vendetta perché ho difeso in palestra un mio amico preso di mira. Ma non mi aspettavo che mi aggredissero in pieno giorno”, dice mentre accanto a lui ci sono l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, e il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna. “Basta violenze, non avrei mai pensato di riprovare certe sensazioni, di risentire un nodo alla gola così stretto”, si sfoga più tardi Sanna. “Chi ha assistito all’aggressione vada a testimoniare”, lancia il suo appello il sindaco di Segni, Piero Cascioli.

Omicidio Willy Monteiro Duarte, i fratelli Bianchi picchiatori seriali: di neri

Lorenzo pestato con brutalità come il povero Willy Monteiro Duarte ma con un finale per fortuna diverso. Willy è morto sette mesi fa a 21 anni, era di origini capoverdiane. Anche lui aveva difeso un amico, anche lui è stato aggredito in un sabato a Colleferro, anche i suoi aggressori erano scesi da una Audi. Stesso luogo, stesso movente, stesso sport quello praticato dagli assassini di Willy, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, e i picchiatori di Lorenzo. Tutte analogie che fanno piombare Colleferro dentro a un drammatico déjà-vù anche se tra i due episodi non c’è alcun legame. I ragazzi violenti sono tornati e hanno il volto di Lorenzo Farina, 19 anni, e Christian Marozza, 18. Non si conoscono con i Bianchi e con i loro due amici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Adesso sono in carcere a Rieti. La polizia è alla ricerca di un video del pestaggio, i telefonini sono sequestrati e si sta accertando se i due arrestati fossero sotto l’effetto della droga. “Le cose passate non ci insegnano niente. Dopo la tragedia di Willy non abbiamo imparato la lezione. I ragazzi sono allo sbando, non hanno nessun esempio, nessuna testimonianza. Parlerò alla comunità, penso che sia necessario”, dice monsignor Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni. Sui social interviene il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: “La nostra comunità deve restare vigile e continuare a mobilitarsi per isolare i violenti”.

L’assessore regionale Alessio D’Amato e il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna al capezzale del 17enne aggredito sabato sera (ansa)

Mentre in paese c’è sgomento e preoccupazione, il sindaco Sanna ci tiene a precisare: “Ma non descrivete Colleferro come se fosse il Bronx. Qui abitano tante famiglie di lavoratori”. Tra queste ci sono anche le famiglie dei due giovani fermati dal commissariato di Colleferro, persone tranquille catapultate in una vicenda terribile. Nessuno a quanto pare avrebbe sospettato gesti così violenti da parte di Lorenzo Farina e Christian Marozza, due studenti incensurati con un paio di segnalazioni di polizia a cui gli stessi investigatori danno poco conto.

Omicidio Willy Monteiro Duarte, l’autopsia: “I fratelli Bianchi gli hanno spaccato il cuore in due”

I due giovani, appassionati di Mma e di calcio, fino a sabato non avrebbero mai creato problemi in città. Dopo il raid, che per la polizia non è stato premeditato, non si sono nemmeno voltati a guardare Lorenzo e hanno cercato di nascondere i vestiti sporchi di sangue. Sui social Farina ha pubblicato foto insieme agli amici o al mare, Marozza ha tra le pagine seguite quella di CasaPound ma ha anche uno scatto abbracciato alla mamma. Le similitudini con il massacro di Willy Monteiro Duarte però sono tante e hanno fatto ripiombare nell’incubo anche i familiari del 21enne di origini capoverdiane. “Siamo sconvolti dal ripetersi di episodi così bestiali a Colleferro ma abbiamo fiducia nella giustizia”, ha riferito la sorella dell’aspirante chef alle persone a lei più vicine. E proprio davanti a un giudice compariranno giovedì prossimo i quattro giovani di Artena, accusati di omicidio volontario per la morte di Willy: puntano a uno sconto di pena e hanno chiesto un giudizio abbreviato.



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