La Manovra arriva in aula, via alla discussione. Scintille tra maggioranza e opposizione

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ROMA – Rush finale per la legge di Bilancio in Parlamento. Nell’aula della Camera è in corso la discussione generale sul provvedimento in attesa della questione di fiducia che il governo porrà in giornata per blindare il passaggio a Montecitorio. I tempi sono strettissimi: una volta ricevuto il via libera dell’emiciclo, il testo passerà al Senato per l’approvazione finale che dovrà avvenire entro il 31 dicembre se l’esecutivo vorrà evitare l’esercizio provvisorio. La premier Giorgia Meloni difende il lavoro del governo: “Mi pare – avrebbe detto incontrando i parlamentari di Fratelli d’Italia per gli auguri di Natale – che tra mille difficoltà, anche di rodaggio, con giorni complessi per la legge di bilancio e nonostante tutto quello che si può e dovrà migliorare, si può dire che rispetto a chi auspicava e prefigurava la partenza della nostra maggioranza e governo come una catastrofe, tutto il racconto fatto contro di noi sta tornando indietro come un boomerang”. 

Bonus psicologo ma per pochi. Genitori senza smart working

A Montecitorio, tra i banchi del governo, siede il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Subito scintille tra la maggioranza e l’opposizione. Il capogruppo di Verdi-Sinistra in commissione Bilancio Marco Grimaldi attacca l’esecutivo: “A lavorare male, ad aspettare per una settimana gli emendamenti, proporre più di duecento articoli, di cui cento marchette territoriali, si sbaglia sapendo di sbagliare e questo fa male solo al Paese”. Nel mirino l’emendamento, a firma Fratelli d’Italia, per l’abbattimento della fauna selvatica anche nelle aree urbane. Grimaldi ha chiesto alla presidenza della Camera di poter votare una proposta di modifica soppressiva prima che il governo ponga la fiducia. “Questa norma – ha detto il deputato – viola le direttive europee e la Costituzione”. Replica secca del capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti: “Questo è il Parlamento, non la Corte Costituzionale, chiedo che si rispetti il regolamento e i precedenti”. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, che presiede la seduta, ha riferito che la presidenza al momento “non è in grado di fornire risposte”.

Duro attacco nei confronti del governo anche da parte del Terzo Polo. “Non ci lamentiamo – ha detto la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi – per le scelte che non condividiamo perché la maggioranza ha il diritto e il dovere di fare scelte, ci lamentiamo per il modo irrispettoso, indecente con cui è stato trattato il Parlamento”. 

La manovra torna in commissione 

Per la Finanziaria è atteso un ritorno in commissione Bilancio al termine della discussione generale, come ha confermato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Il governo sta valutando lo stralcio di un emendamento, approvato per errore durante la seduta notturna tra martedì e mercoledì, che stanzia 450 milioni in favore dei Comuni. La proposta, avanzata dal Pd, non ha però le coperture. 

Pensioni, Durigon: “Cerchiamo risorse per Opzione Donna”

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon annuncia che il governo sta cercando risorse per modificare Opzione Donna, la misura per l’anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici. La legge di Bilancio ha modificato i requisiti di accesso per il 2023, introducendo paletti legati alla condizione della lavoratrice (caregiver, invalidità di almeno il 74%, licenziata o dipendente di un’azienda in crisi) e ai figli. “Sulla manovra – spiega Durigon – purtroppo non ci sono più margini, le varie coperture della Ragioneria ci hanno bloccato dal dare questa risposta. Abbiamo ancora qualcos’altro per poter cambiare nel decreto Milleproroghe, stiamo lavorando”. Allo studio c’è la proroga secca della misura, ma sempre Durigon spiega che “il problema è pluriennale: servono 80 milioni nel 2023, poi aumenta a 250 milioni nel 2024”.

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