La pornostar minacciata dallo stalker, il giudice: “Stia lontano”. Lui: “Ti uccido lo stesso”

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La misura cautelare del divieto di avvicinamento, ma senza braccialetto, e di invio di messaggi o chiamate al telefono arriva nel primo pomeriggio di sabato. Ma lo stalker di Waima Vitullo, la pornodiva perseguitata con 600 messaggi e 100 telefonate al giorno, torna subito all’attacco. “Mi mandi la polizia a casa? Io sono a Roma per ammazzarti. Tanto in galera non ci vado perché prima uccido te e poi mi ammazzo io”, gli scrive subito lui in una decina di nuovi messaggi.

Scatta così l’ennesima denuncia da parte di Waima Vitullo che continua a rifugiarsi in una casa protetta e lontana dal figlio. La donna è rimasta per tutto il pomeriggio al distretto San Giovanni per segnalare la violazione del provvedimento del giudice. Da aprile ha sporto tre denunce. “Lo Stato deve reagire in modo più deciso, l’allontanamento è una misura troppo blanda. Quell’uomo non si fermerà e si prende gioco di magistrati e forze dell’ordine”, dice Bo Guerreschi, la presidentessa della onlus “bon’t worry” che assiste la donna.

La storia di Waima è stata raccontata da Repubblica nei giorni scorsi quando la pornostar era stata costretta a lasciare la sua casa per paura dell’ex con il quale aveva troncato la relazione nello scorso febbraio e ha cominciato a perseguitarla. Waima ha atteso per oltre un mese la misura cautelare, il suo stalker però non sarebbe intenzionato a fare marcia indietro. “Te l’ho detto, ti cancello dalla faccia della terra”, le ha scritto sempre ieri.

La misura cautelare del giudice Gaspare Sturzo dispone che quell’uomo, di origini napoletane, deve stare a “350 metri di distanza da Waima anche in caso di incontro occasionale”. E lontano due chilometri dalla casa dove Waima vive e dalla scuola del suo bambino.

Waima Vitullo ha scritto una lettera a Repubblica. Dopo la pubblicazione dei primi due articoli, c’è stata una accelerazione della decisione del giudice. “Ho 43 anni e non avrei mai immaginato di ritrovarmi a raccontare tutto questo. Ti senti soffocare. Non chiedevo nulla. Solo un po’ di serenità nella vita che quest’uomo, che diceva di amarmi, mi ha tolto. Voi vi chiederete, perché tutto questo? Non lo so e nessuna donna lo saprà mai”, è quanto scrive Waima. Che aggiunge: “Donne non abbiate paura, ci sto mettendo la faccia e non per visibilità. Non è facile, credetemi, ma è sicuramente meglio di morire senza aver parlato”.

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