La pubblicistica di FdI: tra manifesti e loghi il richiamo al fascismo è continuo

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“La destra italiana ha relegato il fascismo alla storia decenni fa”, dichiara Giorgia Meloni nel video trilingue indirizzato ai corrispondenti esteri. Eppure l’immaginario dei movimenti giovanili di Alleanza Nazionale, di cui è stata per anni responsabile, e quello di Fratelli d’Italia sono ricchi di riferimenti al Ventennio. A cominciare dal logo di Azione Giovani: il motivo della mano che impugna una torcia, già utilizzato dal Fronte della Gioventù, deriva dalla celebre immagine della mano che stringe il fascio disegnata dal pittore futurista Tato, immagine che riportava il ‘Mi piace!’ di Mussolini. Quanto al logo di Azione Universitaria – un libro aperto sul quale è posato il cappello goliardico (Fig. 1) -, esso riprende l’emblema dei Gruppi Universitari Fascisti: un volume con il moschetto posto di traverso, che traduceva il motto “Libro e moschetto, fascista perfetto”.

Il logo di Azione Universitaria

Il logo di Azione Universitaria 

È sospetta anche l’ala spiegata rappresentata di profilo, scelta da Meloni quale simbolo di Giovane Italia, il movimento giovanile del Popolo della Libertà, quando era ministro per la gioventù del quarto governo Berlusconi: imita fedelmente il motivo dell’ala d’aquila utilizzato nel 1930 per pubblicizzare le manifestazioni aviatorie del Giorno dell’Ala, che volevano celebrare la potenza militare del regime. Si aggiunga che ‘Ala fascista’ era uno degli inni del Ventennio.

Inchiesta su Giorgia Meloni: le origini

Stampati e siti web a volte promuovono candidati associandoli a opere architettoniche del regime. Un’immagine diffusa da Rachele Mussolini, nipote del Duce, per sostenere la candidatura di Meloni alle politiche del 2018 raffigura l’ex-Torre Littoria del municipio di Sabaudia, una delle città nuove del fascismo; mentre Caio, pronipote di Mussolini, candidato alle Europee del 2019, si è fatto ritrarre davanti al Colosseo Quadrato dell’EUR.

La propaganda figurativa è spesso accompagnata da motti del Ventennio e citazioni da testi canonici d’estrema destra. Un manifesto della sezione senese di Azione Universitaria (2007) (vedi foto sopra) riporta due slogan: “Credere, combattere, vincere”, che combina il  più noto degli imperativi fascisti con la parola d’ordine “Vincere!”, e “Siamo l’eterna gioventù  che conquista l’avvenir”, che riprende l’incipit dell’inno degli universitari fascisti. Nella pubblicistica che commemora le vittime delle foibe e del terrorismo di sinistra ricorre con frequenza l’invocazione “Presente!”, la stessa che veniva scandita ai funerali dei fascisti uccisi.

Su un manifesto diffuso dalla federazione comasca di Azione Giovani (2007) compare il testo “In piedi tra le rovine”, che è una citazione da Gli uomini e le rovine, una delle opere del filosofo neofascista Julius Evola. L’immagine merita anch’essa un commento: la militante porta sulla manica sinistra della camicia (nera) la fascia da braccio tipica delle uniformi naziste. E va notato che la sigla del movimento, AG, è stata stilizzata in modo da evocare sia la Croce celtica, un simbolo neofascista, che la svastica.

Un manifesto di Azione giovani

Un manifesto di Azione giovani 

Un adesivo di Alleanza Nazionale (2008) riproduce le parole “Non programmi dobbiamo creare ma uomini, uomini nuovi”, citazione non firmata dal volume La Guardia di Ferro dell’agitatore antisemita rumeno Corneliu Codreanu. È carica di riferimenti fascisti anche una foto diffusa sui social per documentare l’intervento di Meloni all’ultimo congresso del movimento giovanile, che si è tenuto a Taranto nel 2018. I partecipanti (in netta prevalenza maschi) portano tutti una t-shirt nera con la scritta “Fortemente credere” – espressione che sintetizza “Credere, obbedire, combattere” e un altro motto di Mussolini, ‘Fortemente volere’. Fenix, il nome dato all’evento, si presta ad evocare la trionfale rinascita di un movimento politico che pareva annientato.

Il congresso del movimento giovanile di FdI a Taranto

Il congresso del movimento giovanile di FdI a Taranto 

Espressioni dalle risonanze mussoliniane si ritrovano frequentemente anche nei discorsi della stessa Meloni. È lecito chiedersi se è casuale la somiglianza della frase “La storia ci ha dato ragione”, pronunciata alla manifestazione di piazza Vittorio a Roma il 20 luglio di quest’anno (e ripresa a mo’ di titolo il giorno successivo sul Secolo d’Italia), con quella contenuta in un celebre passo del cosiddetto “Testamento di Mussolini”, l’intervista apparsa sul Popolo di Alessandria il 20 aprile 1945: “La storia mi darà ragione. […] Un giovane sorgerà. Un capo che dovrà immancabilmente agitare le idee del fascismo”. 

Più inquietante, perché non ammette dubbi sulla sua origine, è lo slogan “Il domani appartiene a noi“, che ricorre nella pubblicistica di Fratelli d’Italia (Fig. 4) ed è spesso utilizzato dai militanti nei messaggi social come formula identitaria. Riprende il titolo dell’inno di Azione Giovani, che è a sua volta la versione italiana di “Tomorrow Belongs to Me”, una canzone tratta dal musical Cabaret di Bob Fosse (1972). Nel film, ambientato nella Repubblica di Weimar, la intona in un’osteria un ragazzo dai tratti ariani in uniforme Hitlerjugend; la melodia coinvolge tutti i presenti e la scena si conclude con il saluto hitleriano. Questa canzone è stata adattata anche da vari gruppi Nazi rock e suprematisti bianchi anglosassoni.

Un manifesto di Azione giovani

Un manifesto di Azione giovani 

Nessuno può  pensare che, se Giorgia Meloni vincesse le elezioni, si adopererebbe per instaurare un regime nazi-fascista. Ma gli esempi citati – navigando sul web se ne possono trovare molti di più – indicano che, malgrado le abiure ufficiali, forte rimane l’identificazione con la cultura del Ventennio, e che i riti e i gesti di certi militanti non sono solo ‘goliardia’ e ‘folklore imbecille’, forme isolate di nostalgismo che Fratelli d’Italia dichiara di voler estirpare. Se davvero Meloni volesse trasformare il partito in una destra moderna e moderata, l’operazione repulisti dovrebbe comportare molto di più della semplice rimozione della fiamma tricolore.

*Luciano Cheles è professore di Studi italiani all’Università di Grenoble

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