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La realtà virtuale per far sentire le mucche nei prati produce latte e molti dubbi

Una mucca produce 22 litri di latte al giorno. Se la stessa mucca indossa due visori per la realtà virtuale, uno per ogni occhio, appositamente studiati per riprodurre l’esperienza del pascolo in un prato, l’animale produrrà 27 litri di latte al giorno, ben 5 in più del ‘normale’. È arrivato a questa conclusione Izzet Kocak, allevatore turco intervistato dall’agenzia di stampa (turca anche questa) Anadolu, in un video diffuso globalmente da Reuters. Alle sue mucche l’uomo ha proposto, attraverso i visori, un grande e soleggiato prato virtuale – con tanto di cinguqttio degli uccellini – che le faccia sentire all’aperto anche nei rigidi mesi invernali, trascorsi prevalentemente al chiuso.

Kocak è convinto che il metodo funzioni, e che la VR influisca positivamente sulla quantità e addirittura la qualità del latte prodotto dalle due mucche su cui ha applicato i visori, sebbene non fornisca alcuna prova scientifica al riguardo. Non è la prima volta che alle mucche viene fatto indossare un visore per la realtà virtuale. Già nel 2019 questa soluzione era stata sperimentata in un allevamento in Russia, con il sostegno del Ministero dell’Agricoltura che citava ricerche su un legame effettivo tra le condizioni ambientali percepite dagli animali e la loro produzione di latte.

I visori e i filmati utilizzati, nel caso delle mucche, sono stati studiati e disegnati appositamente per l’utilizzo da parte degli animali. Ma oggi, come tre anni fa, le domande sono le stesse: le mucche percepiscono la realtà virtuale nello stesso modo in cui viene percepita dagli esseri umani? E se così fosse, può produrre veramente dei benefici? A distanza di tempo dal primo esperimento in Russia, non esistono risposte certe a tali quesiti.



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