La rivoluzione degli ornitologi americani: “Mai più nomi di studiosi razzisti agli uccelli”

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Mai più cinguettii razzisti. E no, non parliamo dei post su X (un tempo Twitter): l’ex social dell’’uccellino travolto dalle polemiche per il commento dove il suo patron, Elon Musk, approvava un post giudicato antisemita che ha portato diverse aziende – e fra queste Apple e Disney – a ritirare la pubblicità dalla piattaforma. Parliamo letteralmente di pennuti: decine di uccelli che portano i nomi di figure oggi giudicate razziste.

Dopo una battaglia interna durata anni e iniziata nel 2019, quando dopo la morte violenta dell’afroamericano George Floyd in America si aprì un ampio dibattito sul passato razzista del paese che portò pure all’abbattimento di diverse statue, l’American Ornithological Society ha infatti annunciato che, nel tentativo di affrontare un passato troppo spesso fatto di scopritori di nuove specie che però erano anche schiavisti, predatori, distruttori di tribù indigene o suprematisti bianchi all’interno della sua giurisdizione geografica eliminerà tutti i nomi ispirati a figure storiche di dubbia fama. Una novità che guarda anche al futuro: muterà anche il processo attraverso cui vengono dati i nomi per le specie: mai più quelli di persone reali. Si inizierà già nel 2024. E si concentrerà su 70-80 specie di uccelli che vivono fra Stati Uniti e Canada.

Il falco di Cooper, l’usignolo di Townsend, il passero di Bachman… sono tutti esempi di uccelli che portano il nome di qualcuno. Appunto quelli che già da qualche anno sono contestati da un movimento di amatori e studiosi chiamato Bird Names for Birds – nomi di uccelli per gli uccelli – perché rappresentano e onorano figure “che hanno fatto cose oggettivamente orribili”, come spiega Jordan Rutter, co-fondatore del gruppo, parlandone a Usa Today. Bird Names for Birds è attivo dal maggio 2020: quando fu lanciato per la prima volta il Black Birders Week, una giornata di birdwatching dedicata agli afroamericani. Una scelta non casuale: in un incidente ormai famoso, pochi giorni a Central Park una donna aveva infatti chiamato la polizia per denunciare un afroamericano “armato” di binocolo: che però era solo un amatore, appunto, di uccelli.

Il Cooper’s Hawk, falco di Cooper è un falco di medie dimensioni chiamato così nel 1828 da Charles Lucien Bonaparte in onore del suo amico e collega ornitologo William Cooper: il fondatore della New York Academy of Science, certo, ma anche un fervente sostenitore di teorie genetiche razzista. Il Townsend’s warbler è un usignolo che deve il suo nome al pioniere dell’ornitologia John Kirk Townsend: che per i suoi studi perpetrò orribili atrocità verso nativi americani e hawaiani. Nel 1834, con il sostegno finanziario dell’Accademia di Scienze Naturali di Filadelfia si unì infatti alla spedizione di Nathaniel Jarvis Wyeth attraverso le Montagne Rocciose. Incontrò molte specie in quel viaggio cui diede il suo nome, compreso un pipistrello e una talpa. Si procurò pure diversi resti umani per studiare “i selvaggi”. Il Bachman’s sparrow deve invece il suo nome al naturalista John Bachman, un pastore luterano grande sostenitore del suprematismo bianco. Non basta: Il comitato propone di cambiare pure i nomi considerati dispregiativi o culturalmente inappropriati per almeno altri tre uccelli: il flesh-footed shearwater, la berta minore. L’ Eskimo curlew, il chiurlo eschimese e l’ Inca dove, la colomba Inca.

Sebbene il progetto sia stato avviato “per affrontare i torti del passato” ovvero smettere di onorare personaggi storici noti per il loro sostegno alla schiavitù o al genocidio dei popoli indigeni, la Società prevede di rimuovere tutti i nomi umani onorifici. Un comitato che ha esaminato le raccomandazioni ha notato che la rimozione generale eviterà anche per il futuro potenziali giudizi di valore controversi. I nuovi nomi di uccelli saranno dunque più descrittivi come la blue-footed booby, la sula dai piedi azzurri o il red-headed woodpecker, picchio dalla testa rossa. Nomi, per altro, meno nebulosi del “passero di Bachman” che non davano indizi per identificare l’uccello. “Speriamo di essere fantasiosi al riguardo”, ha detto il noto naturalista e scrittore Kenn Kaufman: “È una grande opportunità per trovare modi belli ed evocativi per descrivere l’aspetto visivo, il canto o l’habitat in cui vivono le specie”.

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