“Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della Resistenza, quelli uccisi furono una banda musicale di semi pensionati e non nazisti delle SS”. Ignazio La Russa, presidente del Senato, descrive così l’attacco partigiano a cui il regime fascista reagì con l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Il 23 marzo – anniversario della strage in cui vennero trucidate 335 persone, tra cui ebrei, partigiani e antifascista – quest’anno è stato segnato dalle polemiche scoppiate per la frase della premier Giorgia Meloni (“uccisi solo perché italiani”).
Ora il presidente del Senato difende anche quella dichiarazione durante il podcast “Terraverso” di Libero Quotidiano: “Un atto pretestuoso. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che lavorava con loro”. E ci tiene a precisare: “L’attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittdini romani, antifascisti e non”.
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