La seconda vita del luxury: in affitto i pezzi vintage di Jean Paul Gaultier

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In contemporanea al lancio della collezione ready-to-wear Primavera Estate 2022 ‘Les Punks’, Jean Paul Gaultier ha deciso di deliziare i propri fan con una sorpresa che farà la gioia dei cultori del marchio: il nuovo sito web prevede una sezione shopping interamente dedicata ai capi vintage della maison. In vendita, pezzi iconici realizzati dall’enfant terrible della moda francese rimessi in vendita a prezzi che vanno dai 150 ai 700 euro. Ma l’aspetto davvero ‘democratico’ di questa operazione è che alcuni di essi saranno noleggiabili.

Con il lancio della nuova piattaforma digitale Jean Paul Gaultier offre infatti la possibilità di affittare su base settimanale alcuni dei capi cult del proprio archivio (che include oltre 30.000 pezzi) o provenienti da clienti privati, e di acquistarne altri. Una selezione è online da ieri, e sta andando sold-out in men che non si dica.

La decisione di ripescare i propri pezzi iconici nasce dal grande interesse che negli ultimi anni si è sviluppato attorno al lusso pre-owned e in particolare alla ‘frenesia’ scatenatasi attorno a Jean Paul Gaultier dopo il criptico messaggio pubblicato lo scorso maggio sui social: con un post si comunicava ai followers che era giunta ‘The End’, la fine. Tuttavia solo pochi giorni dopo, sempre a mezzo social, era arrivato l’annuncio del lancio della prima collezione ready-to-wear da sei anni a questa parte.

Messaggi confusi e contraddittori, che hanno mandato in tilt gli appassionati del marchio, i quali, incerti sul destino della storica maison, hanno letteralmente saccheggiato le piattaforme online su cui era possibile acquistare capi Jean Paul Gaultier, in particolare quelli di seconda mano. WWD ha riportato che le ricerche del vintage JPG su Vestiaire Collective erano aumentate in un batter d’occhio del 570% .

Ma già prima di queste notizie la Gaultier-frenesia serpeggiava, sostenuta dall’amore della Generazione Z per tutto ciò che è anni ’90 e 2000, e grazie a diverse celebrities che si sono riscoperte cultrici del marchio: Beyoncé, Kendall Jenner, Bella Hadid, Cardi B, Tina Kunakey, solo per citarne alcune, hanno sfoggiato dei pezzi cult decretando ufficialmente l’apertura della caccia al vintage JPG.

E mentre questa estate sui magazine specializzati e sui social fioccavano ‘guide’ su come riuscire ad accaparrarsi un capo vintage Gaultier senza spendere una fortuna, l’azienda (attualmente proprietà del gruppo spagnolo Puig) ha deciso di giocarsi la carta heritage, e mettere lei stessa a disposizione alcuni pezzi cult.

L’archivio Jean Paul Gaultier è una miniera d’oro”, ha dichiarato a Vogue Antoine Gagey, il direttore generale del marchio. “Vogliamo prendercene cura, valorizzarlo e condividerlo con la nostra fanbase”. Per il momento sul sito web, che è totalmente genderless per strizzare l’occhio alle istanze della Generazione Z, c’è tanto tartan, ci sono la stampa Frida Khalo e ‘Stop Racism’. Ma sono in arrivo altri pezzi iconici, tra cui il mitico Cage Dress e il corsetto in satin con reggiseno a punta reso indimenticabile da Madonna.

Madonna durante il Blonde Ambition Tour del 1990 

Capitalizzare la propria fama sembra essere una strategia che diversi marchi hanno deciso di seguire. Da Gucci, Stella McCartney, Burberry che hanno stretto alleanza con The RealReal, colosso americano del re-selling, a Maison Margiela che ha rielaborato i propri pezzi storici, fino a Valentino che ha dato vita all’iniziativa Valentino Vintage, che permette a chi possiede un capo d’epoca della maison di riportarlo in un punto vendita (in cambio di un credito per fare nuovi acquisti) dove verrà poi rivenduto a partire dall’anno prossimo, sono molti i nomi della moda che cavalcano l’onda del pre-owned.

Una tendenza che cambia i connotati al mondo luxury, e prende i proverbiali ‘due piccioni con una fava’: valorizzare l’eredità storica dei marchi, rafforzandone l’identità, e strizzare l’occhio alla sensibilità del consumatore contemporaneo, che di tale operazione apprezza anche l’approccio sostenibile.

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