La stampa internazionale: “Draghi come Monti, servono scelte difficili”

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ROMA – Il collasso del governo Conte, il fallimento dei negoziati tra i partiti di maggioranza, soprattutto l’arrivo di Mario Draghi sulla disastrata scena politica nazionale: il caso Italia trova spazio sui siti e sulle pagine dei quotidiani di mezzo mondo.

Dagli Stati Uniti, il New York Times paragona l’attuale momento italiano al 2011 quando il premier Berlusconi fu costretto a passare il testimone a Mario Monti. Fu lui, Monti, “a fare il lavoro sporco in economia per portare l’Italia fuori dai guai” attraverso scelte spesso severe e “impopolari”.

Il quotidiano statunitense spiega che Roma torna a un modello “tecnocratico” mentre le forze politiche si sbriciolano nel momento sbagliato, “ora che bisognerebbe salvare il Paese”.

Sempre dagli Usa, il Wall Street Journal spiega che “tutta l’Europa è interessata alle sorti economiche dell’Italia, alla luce del traballante debito nazionale e dei sentimenti contrastanti del suo elettorato sulla Unione Europea e l’euro”.

“La Germania e altri membri dell’Ue hanno accettato di sottoscrivere un massiccio fondo di ripresa paneuropeo (il Recovery Fund) in gran parte per evitare che l’Italia scivoli in un baratro molto profondo. L’economia italiana si è contratta di quasi il 9 per cento nel 2020, come i dati di martedì hanno mostrato, uno dei cali più profondi nella zona euro”.

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Anche il sito del Guardian, da Londra, insiste sul momento critico dell’Italia, che conta quasi 90 mila morti per la pandemia e attraversa “la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale”. In un simile contesto, è quasi una scelta obbligata affidarsi a “Super Mario, l’uomo che ha salvato l’euro”.

Il sito del Financial Times ricorda che Draghi, nel 2012, garantì la tenuta dell’Eurozona “minacciata dai costi crescenti del debito greco e italiano”. La sua strada sarà, in ogni caso, in salita perché Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è contraria a un governo “nato in laboratorio” mentre Andrea Orlando (del Pd) si chiede come possano coesistere, in una futura maggioranza allargata, dei partiti che non hanno assolutamente niente in comune.

Alla fine – pronostica il Financial Times – le principali forze politiche dovranno bere l’amaro calice di un “esecutivo tecnocratico”, che sia attrezzato per spendere al meglio i 209 milioni in arrivo dall’Europa, la fetta più grande del Recovery Fund.

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In Francia il sito di Les Echos definisce Draghi “la figura di riserva più eminente” che il Paese possa mettere in campo. Invece Le Figaro spiega che la strategia di Matteo Renzi (leader di Italia Viva) si è svelata solo nelle ultime ore. Draghi era la carta nascosta che Renzi aveva deciso di favorire, ormai da settimane.

El País (Madrid) definisce “drammatico” l’intervento del presidente Sergio Mattarella, ieri, che ha aperto le porte a un “esecutivo di emergenza nazionale”. Se davvero questo governo troverà una maggioranza forte  in Parlamento, allora Matteo Renzi potrà dichiararsi vincitore. Aver aperto la crisi politica in questo momento è stata una mossa difficile, che rischiava di “compromettere la sua carriera politica”.

Questo governo – insiste El País – dovrebbe restare in carica almeno un anno perché il presidente Mattarella sta per entrare nel semestre bianco del suo mandato quando non sarà più possibile sciogliere le Camere e indire nuove elezioni politiche. Quel Mattarella costretto a varare – con Draghi – il quinto esecutivo del settennato.

In Germania fa un titolo lievemente ironico la Bild, testata che criticò fortemente il lavoro di Draghi alla guida della Banca Centrale Europea: “Draghi dovrebbe salvare l’Italia”, si legge sul sito.

La Frankfurter Allgemeine Zeitung – infine – sostiene che il presidente Mattarella aveva due soli nomi in mente come potenziale premer di un esecutivo di salvezza nazionale: Mario Draghi e la presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia. La scelta è caduta su Draghi perché la crisi economica del Paese imponeva di andare in quella direzione.

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