La Ue taglia le stime sull ’Italia. Ma il Mef: la manovra ci aiuterà

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«Stiamo andando incontro ad un momento difficile». Il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, non usa giri di parole per spiegare il senso delle previsioni economiche formulate dalla Commissione. Dati che fanno tornare ufficialmente una parola che negli ultimi due anni era scomparsa: «Recessione». La guerra e l’energia danno infatti un violento colpo di freno alla crescita in Europa. Non tanto per quest’anno – sebbene anche il quarto trimestre 2022 segni un rallentamento – quanto per il prossimo anno. Così se a dicembre si chiuderà il bilancio con un bel più 3,3% in Ue, il 2023 crollerà a uno 0,3%. Un tracollo di tre punti percentuali. Con effetti sul deficit dell’Unione e sull’occupazione che registrerà cali quasi ovunque. Qualche minima nota positiva, invece, arriva per l’inflazione, che rimarrà alta ma scenderà nel 2023 al 7 per cento.
Il quadro negativo in Europa non risparmia l’Italia.

Ue, la Commissione taglia la crescita: +0,3% nel 2023. Il governo: “Ma noi puntiamo allo 0,6%”

Le previsioni infatti non sono in linea con le aspettative inserite nella Nadef appena approvata dal governo Meloni. Le differenze riguardano il Pil programmatico. L’esecutivo italiano ha effettivamente indicato una crescita tendenziale identica a quella della Commissione, ma ha nello stesso tempo programmato un aumento nel prossimo anno dello 0,6%. Per la Commissione resta invece dello 0,3. Crescendo a 1,1 nel 2024. Secondo il Tesoro, allora, «le previsioni di crescita del2023 sono coincidenti. Quelle della Commissione vanno infatti confrontate con il quadro tendenziale presentato dal governo, che prevede anch’esso una crescita dello 0,3%. La Commissione non ha ricevuto la bozza di legge di bilancio, né l’aggiornamento della Nadef, e non ha quindi tenuto conto della manovra e dei suoi effetti sulla crescita, che ilgoverno ha in via conservativa e prudente stimato comportare una maggiore crescita, allo 0,6%». Resta il fatto che Roma punta allo 0,6% e che sta costruendo la legge di Bilancio e le stime su debito e deficit sulla base di un Pil in aumento dello 0,6%. Che Bruxelles, pur non avendo ancora ricevuto la manovra, non pronostica affatto. Una differenza, peraltro, che potrebbe acuirsi nei prossimi mesi e che si rifletterà proprio sul disavanzo e sul debito e sulle promesse della prossima manovra.

La disoccupazione poi passa dall’8,3 di quest’anno all’8,7. L’inflazione nel 2023 rimarrà alta anche se al di sotto della media europea: 6,6. Il debito è in linea con la Nadef: 143,6 nel 2023. Mentre il rapporto deficit Pil è inferiore: 3,6 contro il 4,5 stimato dal governo. Ma questo perché, appunto, la Commissione non ha ancora preso atto dello scostamento inserito nella prossima legge di Bilancio.
Sulla crescita per il prossimo anno, però, non siamo i peggiori: la Germania andrà infatti in recessione piena con un secco meno 0,6 per cento. Il paese che crescerà di più sarà Malta con un 2,8%. La Francia avrà risultati simili all’Italia: più 0,4. Mentre Spagna e Grecia supereranno la soglia dell’1 per cento.
«Le previsioni di oggi – ha avvertito ancora Gentiloni – sono soggette a molteplici rischi e incertezze». E sul Pnrr italiano ha aggiunto un monito: «Non è facile che fili tutto liscio. Sappiamo quanto non sia semplice sviluppare riforme e investimenti, in qualsiasi Paese, e anche in Italia».
 

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