L’ambiente siamo noi

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La Giornata dell’Ambiente è il momento dell’anno in cui riflettiamo sulla necessità di proteggere la Natura e sui gravi danni che comporta non farlo. Ogni 12 mesi almeno 7 milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento – in gran parte nella regione dell’Asia-Pacifico – e ciò lascia intendere l’urgenza dell’appello alla responsabilità collettiva affinché ognuno di noi, con le proprie azioni, contribuisca a proteggere il Pianeta intero.

Copyright Sebastiao Salgado / Contrasto
Lo sciamano Yanomami interagisce con gli spiriti prima di un’ascesa a Pico da Neblina.
Stato dell’Amazzonia, Brasile, 2014
  Il pianeta scomparso: speciale sui danni incalcolabili che abbiamo fatto alla Terra

Non c’è dubbio che negli ultimi anni la consapevolezza collettiva è aumentata in più Paesi rispetto alla protezione dell’ambiente ed è oramai evidente che le scelte politiche della Commissione Europea e della Casa Bianca tendono ad accelerare comportamenti dei cittadini e investimenti delle imprese destinati ad aumentare la protezione del clima. Ma le scelte dei governi nazionali – come l’ambizioso obiettivo Ue di raggiungere zero emissioni nocive entro il 2050 – per essere efficaci hanno bisogno della collaborazione di tutti i cittadini nella battaglia per la protezione dell’ambiente. Solo se lo difenderemo per nostra scelta e convinzione riusciremo nell’intento.

Inseguendo il quinto elemento

È una battaglia di civiltà contemporanea nella quale si sovrappongono diritti e doveri dei cittadini di più Paesi, fedi, idiomi, generi, latitudini e tradizioni. Perché da un lato i singoli hanno il diritto insindacabile di veder protetta dai rispettivi Stati la propria salute – così tanto interconnessa all’ambiente – con leggi, regolamenti e disposizioni che aggrediscono l’inquinamento e incentivano beni e servizi “green”. Ma dall’altro gli stessi cittadini hanno, loro per primi, il dovere di non inquinare, rispettare l’ambiente, diffondere studi e conoscenza per moltiplicare la consapevolezza e perseguire il “blue” – a fianco del verde – ovvero lo sviluppo sostenibile di risorse energetiche. Fino a quando vi sarà un solo cittadino non disposto a modificare agi e abitudini per la salute del clima saremo tutti a rimetterci. 

Ciò significa che a fare la differenza nella difesa del “green and blue” – il volano di clima e sostenibilità – devono essere in primo luogo i singoli, impegnandosi con se stessi, le loro famiglie e gli altri in azioni e comportamenti – scelte e investimenti – destinate a creare una consapevolezza più estesa, e anche più granitica, sull’inestimabile valore della protezione dell’ambiente.

È umana la memoria dell’aria

Se negli anni Settanta le battaglie “verdi” si tingevano troppo spesso di un’ideologia anti-moderna e anti-occidentale, diventata strumento di chi avversava le democrazie, oggi la situazione è ben diversa perché la tutela del Pianeta è una battaglia che accomuna progressisti e conservatori, sulle basi di una conoscenza scientifica divenuta patrimonio universale. Da qui la necessità che tale maturazione avvenga anche in Paesi lontani dall’Occidente, come la Cina e l’India, dove le emissioni nocive continuano ad alimentare la crescita dell’economia con una dinamica superata e autolesionista, che è imperativo cambiare, rovesciare. Al fine di arrivare allo scontro decisivo, contro il più temibile degli avversari globali: l’inquinamento atmosferico. Perché chiunque salva un albero, protegge il mondo intero.

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