Landini: “E’ uno schiaffo tornare a licenziare appena c’è la ripresa”. Sugli appalti: “Ottenuto quanto chiesto”

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MILANO – Incassato il grosso di quel che il sindacato chiedeva sul fronte degli appalti dal decreto Semplificazioni e governance del Pnrr, il segretario della Cbil, Maurizio Landini, chiede di riaprire il confronto sul tema del blocco dei licenziamenti: togliere il blocco non appena si intravede un pò di ripresa economica “è uno schiaffo al mondo del lavoro”, dice In mezz’ora in più. “Se il governo vuole cambiare questo Paese lo deve fare coinvolgendo il mondo del lavoro”, aggiunge auspicando che il confronto con i sindacati diventi un metodo: “Sulle semplificazioni – ricorda Landini – siamo dovuti scendere in piazza e minacciare per essere convocati”.

Blocco dei licenziamenti: “Riaprire il confronto”

“Sul blocco dei licenziamenti c’è dissenso” e bisogna “riaprire il confronto con il governo”, spiega su Rai 3. “Stiamo vedendo che non è il blocco dei licenziamenti che impedisce la ripresa e alle imprese di fare assunzioni e crescere. Quello che proponiamo è di mantenere il limite fino al 31 ottobre per tutti e in questi mesi riformiamo gli ammortizzatori sociali”. Solo così, spiega il sindacalista, si potrà “non lasciare indietro nessuno” ed evitare “la rabbia sociale”. “Non stiamo chiedendo una cosa fuori di testa”, prosegue evidenziando i dati resi noti ieri da Confindustria sul rimbalzo del Pil: “Non è il blocco dei licenziamenti che impedisce di crescere”.

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Appalti: “Ora la patente a punti”

Sul dl smplificazioni “siamo riusciti a discutere di governance e appalti. Sul resto ci sono materie che approfondiremo” spiega. “Sui subappalti alcuni risultati li abbiamo portati a casa”, innanzitutto “lo stesso trattamento dei lavoratori del subappalto” rispetto a quelli del contraente principale, in termini sia economici che normativi. Ora, aggiunge, bisogna “ridurre il numero delle stazioni appaltanti, qualificarle e fare assunzioni”, perché “diventa decisivo per i progetti”. In Italia, rimarca, “ci sono 39.000 stazioni appaltanti, in Germania 3.000”.

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Guardando alle cose da sistemare, “serve introdurre una patente a punti per le imprese. Chi rispetta le regole deve avere incentivi, ma se non vengono rispettate, in particolare quelle sulla sicurezza, l’impresa non deve partecipare ai bandi e non deve lavorare”. E su tutti gli investimenti del Pnrr bisogna “dare priorita’ ai giovani, alle donne e al Mezzogiorno”, auspicando che l’obbligo di assunzioni al 30 per cento per giovani e donne sia effettivo.

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