L’arresto di Messina Denaro sui media internazionali: “L’ultimo ‘Padrino’ di Cosa Nostra detiene importanti segreti”

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Matteo Massina Denaro, il boss mafioso più ricercato d’Italia, è stato arrestato. La notizia della cattura del super latitante di Cosa Nostra fa il giro del mondo: dai britannici Guardian e Bbc al francese Le Monde alla tedesca Frankfurter Allgemeine allo spagnolo El Pais, i media internazionali stanno dando notevole rilievo alla storia, in apertura dei siti web o tra le prime notizie della homepage. 

La Bbc sottolinea come Messina Denaro sia stato catturato “in Sicilia dopo 30 anni di latitanza”, detenuto “in una clinica privata nel capoluogo siciliano, Palermo”. L’emittente dà conto anche dell’enorme dispiegamento di forze dell’ordine, “oltre 100 membri”, coinvolte nell’operazione.

L’ultimo “padrino” della mafia siciliana, scrive il Guardian, e uno “dei criminali più ricercati al mondo” è stato arrestato. “Soprannominato Diabolik o U Siccu (quello magro) è nato a Castelvetrano, in Sicilia, nel 1962. Suo padre era un potente boss di Cosa Nostra e Denaro ha prosperato nell’azienda di famiglia costruendo un illecito impero multimiliardario nel deserto”. Il quotidiano britannico si sofferma sui segreti custoditi dal boss, che “detiene la chiave di alcuni dei crimini più atroci perpetrati dalla mafia siciliana, inclusi gli attentati dinamitardi che hanno ucciso i leggendari magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

Anche le Monde, a Parigi, sottoliena come il latitante sia stato catturato a Palermo e ricorda una inchiesta giornalistica realizzata dal quotidiano nel 2017 sul “boss più ricercato d’Italia”. “Arrestato il più più importante boss mafioso siciliano”, titola la Faz, mentre il corrispondente del Pais, Daniel Verdù, offre ai lettori una dettagliata cronaca dell’arresto. “Il mafioso si era registrato nella clinica sotto il falso nome di Andrea Bonafede. E come sempre è successo in Cosa Nostra, il capo non ha avuto bisogno di fuggire in Paesi esotici e lontani per evitare il suo arresto per tre decenni. A quanto pare, ha sempre abitato vicino alla sua abitazione a Castelvetrano e non ha opposto resistenza quando è stato avvicinato dagli agenti”. 

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