Lavoro, Cgia: “Al Sud paghiamo più pensioni che stipendi”. Inail: incidenti +30%, ma meno vittime

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Anche se di sole 205 mila unità, a livello nazionale il numero delle pensioni erogate agli italiani (pari a 22 milioni e 759 mila assegni) ha superato la platea costituita dai lavoratori autonomi e dai dipendenti occupati nelle fabbriche, negli uffici e nei negozi (22 milioni 554 mila addetti). I dati sono riferiti al 1 gennaio 2022.

A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia che rileva anche come la situazione più “squilibrata” si verifichi nel Mezzogiorno. Se nel Centro-Nord – con le eccezioni di Liguria, Umbria e Marche – i lavoratori attivi, anche se di poco, sono più numerosi delle pensioni erogate dall’Inps e dagli altri istituti previdenziali, nel Sud il sorpasso è già avvenuto: queste ultime, infatti, superano i primi di un milione e 244 mila unità.

pensioni 

erogate 
(migliaia) 
(a) 

Numero occupati 
(migliaia) 
 

(migliaia) 
 

Piemonte 

Valle d’Aosta 

Lombardia 

Trentino Alto Adige 

Friuli Venezia Giulia 

Emilia Romagna 

Campania 

Basilicata 

Calabria 

Sardegna 

22.554  

Nord ovest 

Nord est 

Mezzogiorno 

-1.244  

In linea di massima, comunque, le ragioni di questo divario tra lavoratori e numero di pensioni per la Cgia vanno ricercate nella forte denatalità che, da almeno 30 anni, sta caratterizzando il nostro Paese. Il calo demografico, infatti, ha concorso a ridurre la popolazione in età lavorativa e ad aumentare l’incidenza degli over 65 sulla popolazione complessiva. La Cgia segnala che tra il 2014 e il 2022 la popolazione italiana nella fascia di età più produttiva (25-44 anni) è diminuita di oltre un milione e 360 mila unità (-2,3 per cento). Per quanto concerne il risultato “anomalo” del Sud, segnala che, rispetto alle altre ripartizioni geografiche d’Italia, il numero degli occupati è sensibilmente inferiore.

Infine la Cgia evidenzia che il risultato di questa analisi è sicuramente sottodimensionato; in Italia ci sono poco più di un milione e 700 mila occupati che dopo essere andati in pensione continuano, su base volontaria, a esercitare ancora l’attività lavorativa in piena regola.

I numeri degli infortuni sul lavoro

Di numeri sul lavoro, ma di tutt’altra natura, si occupa anche l’Inail che chiude il bilancio dei primi undici mesi dell’anno dicendo che ci sono stati più incidenti sul lavoro ma meno vittime. Da gennaio a novembre secondo i dati dell’Inail le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto sono state 652.002 (+29,8% rispetto allo stesso periodo del 2021), 1.006 delle quali con esito mortale (-9,9%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.732 (+9,7%).

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