Lavoro, Confcommercio lancia l’allarme per le donne al Sud: “Occupazione crollata”, riguarda solo una su tre

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MILANO – Confcommercio lancia l’allarme per quel che riguarda l’occupazione delle donne al Sud, che “è precipitato al 33%” contro un tasso di occupazione del 59,2% al Centro-Nord e del 63% nell’Ue-27, ossia 30 punti indietro al resto dell’Italia e dell’Europa.

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Il Centro studi dell’associazione rimarca come, stando ai dati al 2019, addirittura in Calabria il tasso di occupazione delle donne è sceso dal 31% del 2007 al 30,3%. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel Mezzogiorno è “assurdamente bassa”, afferma Confcommercio. “La crisi Covid ha indebolito ulteriormente il Mezzogiorno in termini di occupazione, capitale produttivo e reddito. Con il Pnrr è possibile recuperare il terreno perduto attraverso quasi il doppio degli investimenti pubblici che, se indirizzati presto e bene, attireranno anche ingenti risorse private rafforzando la filiera turistica. Solo così potremo assicurare una crescita robusta non solo al Sud ma all’intero Paese”, commenta il presidente Carlo Sangalli.

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La ricognizione della confederazione arriva in un momento di rallentamento della ripresa che preoccupa. Le stime sul Pil presentate dal direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, sono state riviste al ribasso dal 4% stimato a dicembre al 3,5-3,7%. Il dato lo ha anticipato il direttore dell’Ufficio studi della Confederazione, Mariano Bella, durante la presentazione del rapporto, spiegando che nelle prossime settimane arriverà il dato ufficiale. Il Governo al momento prevede per quest’anno una crescita del 4,7%.

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Lo stesso Bella si è concentrato su come il Recovery fund italiano e il Sud abbiano destini intrecciati. “Il successo del Pnrr è un obiettivo sfidante a livello nazionale ma è un obiettivo ancora più sfidante per il Mezzogiorno” perché “il Sud ha ritardi amministrativi, burocratici e produttivi”. Questi ostacoli, ha incalzato, “o vengono superati e quindi l’efficienza degli investimenti anche nel Mezzogiorno è massima, oppure è lecito porsi un punto interrogativo sulla riuscita e il successo di questo grande progetto collettivo”.

Sul tavolo è stato portato un esempio di come potrebbero cambiare le cose se il Mezzogiorno andasse al ritmo del resto del Paese. “Se la sola spesa degli stranieri al Sud avesse la stessa incidenza del Nord-ovest nel 2019 il Pil del Sud sarebbe stato più elevato dell’1% circa”, e “se raggiungesse la quota del Centro” il Pil meridionale “sarebbe più elevato di quasi 10 miliardi di euro” (+2,5% reale ai prezzi del 2015).

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