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Lavoro, la ripresa “a termine”. Recupero nel secondo trimestre, ma ancora 678mila occupati in meno sul 2019: indietro donne, giovani e stranieri

MILANO – I dati Istat sul secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno 2021) confermano il recupero dell’occupazione dopo lo choc dei lockdown anti-Covid, soprattutto a traino dei dipendenti a termine. Una fragilità che si deve in parte alle “strategie prudenziali delle imprese che, in attesa di capire l’evolversi della pandemia e l’effetto sulla stabilità della ripresa del ciclo economico, tendono a instaurare rapporti di lavoro più facili da interrompere”. Ma il gap con il 2019 è ancora ampio, soprattutto per donne, giovani e stranieri. E rimane un trend di recupero che si è interrotto a luglio, come hanno mostrato le più recenti rilevazioni mensili e come ricorda nel suo rapporto lo stesso istituto. Da segnalare anche un’altra difficoltà lamentata dalle imprese: “Il tasso di posti vacanti, pari all’1,8%, mostra una crescita sostenuta (+0,6 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2021) – dice l’Istat – raggiungendo un livello mai registrato dal 2016 (anno di inizio della serie); in termini tendenziali, si osserva una ripresa eccezionalmente marcata del tasso, pari a 1,0 punto percentuale”.

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La ripartenza del mercato del lavoro è “a termine”

Ecco dunque i numeri sciorinati dall’Istituto. “Nel secondo trimestre 2021 si registra un aumento di 338 mila occupati (+1,5%) rispetto al trimestre precedente e una crescita di 523.000 unità sullo stesso periodo del 2020″, spiega l’Istat dettagliando che “la crescita congiunturale è legata soprattutto alla crescita dei dipendenti a termine (+226.000, +8,3) a fronte di una crescita di 80.000 unità a tempo indeterminato (+0,5%) e di 33.000 indipendenti (+0,7%). Il tasso di occupazione nel secondo trimestre è del 58% (+1 punto sul primo trimestre )”. Lo stesso Istituto ricorda che “i dati mensili di luglio mostrano un arresto del trend in crescita registrato tra febbraio e giugno (occupazione -23 mila, -0,1%)”.

In un riquadro dedicato al “punto” sulla ripresa del mercato del lavoro, l’Istituto annota che nel secondo trimestre 2021 l’occupazione torna dunque a crescere dopo cinque trimestri di progressivo calo, “in un contesto di generale riattivazione del mercato del lavoro. All’aumento del numero di occupati si associa, infatti, quello dei disoccupati (+514 mila) e la forte riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-1 milione 253 mila), intensamente cresciuti a seguito dell’emergenza sanitaria con la chiusura di molte attività e la limitazione negli spostamenti. La ripresa occupazionale osservata rispetto al secondo trimestre 2020 – che ha rappresentato il picco negativo (1,2 milioni di occupati in meno nel secondo trimestre 2020 rispetto allo stesso trimestre del 2019) – ha coinvolto di più coloro che per primi avevano subito gli effetti della pandemia: occupati nei servizi e lavoratori a termine, con maggiori ripercussioni per giovani, donne e stranieri”.

Nello stesso punto, il rapporto dettaglia che “l’aumento dell’occupazione che caratterizza il secondo trimestre 2021 riguarda esclusivamente il lavoro dipendente a tempo determinato, il più colpito all’inizio della pandemia; l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti risale al 16,8%, dopo aver toccato il 14% nel secondo 2020 (era il 17,2% nel secondo trimestre 2019). Il numero di dipendenti a tempo determinato è tuttavia ancora inferiore a quello del 2019 di 129 mila unità (-4,1%). I dipendenti a tempo indeterminato diminuiscono anche nel secondo trimestre 2021, seppur lievemente, registrando rispetto al 2019 un calo di 202 mila unità (-1,3%). Continuano a diminuire i lavoratori autonomi senza dipendenti che mostrano il gap più consistente con il periodo pre-crisi (-273 mila rispetto al secondo trimestre 2019, -6,9%), immediatamente seguiti dagli autonomi con dipendenti il cui numero, nonostante la leggerissima ripresa nel secondo trimestre 2021, è ancora di 74 mila unità inferiore a quello del secondo trimestre 2019 (-5,3%)”.

Resta il gap con il pre-pandemia

Il raffronto annuo, ovvero con il secondo trimestre 2020 quando è esplosa l’emergenza del Covid, mostra dinamiche simili. “L’aumento dell’occupazione (+523 mila unità, +2,3%) – dettaglia l’Istat – coinvolge soltanto i dipendenti a termine (+573 mila, +23,6%); continua infatti, seppur con minore intensità, il calo dei dipendenti a tempo indeterminato (-29 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-21 mila, -0,4%). Crescono sia gli occupati a tempo pieno sia quelli a tempo parziale (+1,8% e +4,8%, rispettivamente). In aumento il numero di disoccupati (+514 mila in un anno), mentre si riducono marcatamente gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-1 milione 253 mila, -8,5% in un anno), dopo cinque trimestri di crescita progressiva”.

Nel suo approfondimento, l’Istat annota altresì che “l’occupazione rimane ancora inferiore ai livelli pre-pandemia, con 678 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019”. Le donne sono ancora 370 mila in meno, con un -3,7% rispetto al -2,3% degli uomini. Anche per i giovani vale lo stesso discorso: forte recupero nel secondo trimestre, ma ancora 199 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Idem per gli stranieri: nell’ultimo trimestre analizzato il numero di occupati stranieri è salito del 4,4% contro il +2,1% degli italiani, ma rispetto al secondo trimestre 2019 il gap è del 7,7% rispetto al -2,3%.

A livello settoriale, agricoltura e industria “hanno recuperato le perdite occupazionali subite nel 2020, che sono state decisamente più modeste di quelle del settore dei servizi; nonostante quest’ultimo, nel secondo trimestre 2021, abbia mostrato una dinamica decisamente positiva, gli occupati sono ancora 768 mila in meno (-4,6%) di quelli del secondo trimestre 2019. Le professioni intellettuali e tecniche sono le uniche a non mostrare segnali di ripresa nel secondo 2021, che invece risulta più intensa per imprenditori e dirigenti e per le professioni non qualificate”.

Sulla scorta di questi numeri si orientano anche i tassi. Quello di occupazione nella fascia tra 15 e 64 anni, pari al 58%, mostra un aumento in termini congiunturali (+1% sul primo trimestre) che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione e di quello di inattività 15-64 anni; torna sotto il 10% il tasso di disoccupazione, dopo la crescita dello scorso trimestre: si porta al 9,8% (-0,3 punti in tre mesi); in calo anche il tasso di inattività (-0,8 punti, al 35,6%). Anche in questo caso, i dati provvisori del mese di luglio evidenziano la stabilità congiunturale del tasso di occupazione, con lievi variazioni dei tassi di disoccupazione (-0,1 punti) e di inattività (+0,1 punti).



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