Lazio-Torino, finale infuocato: in tribuna Cairo sfiora la rissa con Lotito

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LAZIO – Momenti di grande tensione al fischio finale di Lazio-Torino. Sugli spalti dell’Olimpico si è sfiorata la rissa tra il patron dei granata, Urbano Cairo, e alcuni membri della dirigenza capitolina tra cui il presidente Lotito, segnale dei rapporti tesi tra i due club (all’andata ci fu una lunga polemica per il caso dei tamponi in casa biancoceleste). Necessario l’intervento della sicurezza che ha ristabilito la calma.

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“Complimenti alla Lazio”

A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato lo stesso Cairo davanti alle telecamere: “La Lazio ha dato tutto e ha fatto bene, complimenti, è giusto che sia così a prescindere dal fatto che Simone Inzaghi sia fratello di Pippo. E’ una grande squadra, hanno onorato la partita e il campionato, per noi era importante questo punto”. Si può festeggiare la salvezza al termine di un’annata complicatissima: “E’ stata una stagione particolare, è iniziata male poi ci siamo ripresi, è arrivato il momento del Covid – spiega il numero uno del club granata ai microfoni di Sky Sport – e questo ci ha comportato problemi. La sconfitta con il Milan ha generato uno stato d’animo negativo, ho passato quella sera a rincuorare tutti. Le scorie c’erano ancora e stasera siamo arrivati un po’ provati alla penultima giornata”. Si pensa già al futuro: “Lavoreremo con Vagnati per non ripetere una stagione come questa, abbiamo sofferto troppo nelle ultime due stagioni anche se due anni fa eravamo settimi davanti alla Lazio e la squadra di adesso non è molto distante da quella”. Chiusura su Nicola e Belotti: “Parleremo con entrambi, voglio capire Belotti cosa vuole fare e anche con l’allenatore ci vedremo a breve”.

Nicola: “Salvezza meritata”

Stremato, ma felice Davide Nicola che, tra mille difficoltà, ha comunque raggiunto l’obiettivo: “Questa è stata la salvezza più complicata per tante dinamiche. Chi conosce questo ambiente lo sa benissimo, ma alla fine abbiamo ottenuto quello che ho detto ai ragazzi. Siamo ben contenti ma avremmo potuto arrivarci anche prima ma fra mille dinamiche, Covid e situazioni legate alle ultime due partite giocate ogni tre giorni siamo andati in difficoltà. Siamo venuti a Roma, abbiamo visto il Papa ed è la cosa più importante. La Lazio ha giocato alla morte e io sono estremamente contento perché la salvezza è meritata”.

Sirigu: “Eravamo squadra malata”

Parla anche Sirigu: “Forse ci ha tradito la parte mentale ed è subentrata la paura. Ci sono varie componenti e dovremo analizzare, metabolizzare e ripartire, cosa che non è successa l’anno scorso per vari motivi. E’ innegabile che quando il Torino si deve salvare a una giornata dalla fine devi capire cosa è andato storto e capire come migliorare. Non eravamo una squadra pronta per Giampaolo, ma una squadra malata che andava curata. Siamo sempre stati aggressivi, abbiamo cercato di cambiare gioco ma serviva cambiare la testa”.

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