Le 10 auto più belle secondo la matematica

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ROMA – Auto come il Partenone o la Cappella Sistina, dire quali siano le10 vetture più belle realizzate fino ad oggi potrebbe sembrare utopistico e perfino presuntuoso, variando il giudizio da individuo a individuo a seconda dei gusti personali. Può però essere usata una equazione matematica che impiega come punto di riferimento le proporzioni ideali. Nello specifico il concetto di sezione aurea, che risale a circa 2.500 anni fa, seguito nelle loro opere anche da famosi architetti e artisti del passato alla ricerca della perfezione: come Michelangelo, per dipingere la Creazione di Adamo, oppure i greci Ictino, Callicrate e Mnesicle nella costruzione dell’imponente tempio ad Atene. Grazie proprio al concetto di sezione aurea, un team della piattaforma inglese Carwow ha stilato una classifica, misurando da 14 punti diversi le auto guardandole dal frontale, ottenendo quello che possiamo definire un “grado di bellezza” in percentuale. Il risultato della analisi è sbalorditivo, nove dei modelli con il maggior punteggio risalgono agli anni ’60 e 70, mentre la prima vettura in graduatoria ha un design legato alle “barchette” da corsa degli anni ’50. Vediamo quali sono.

1 Ferrari Monza SP1 (61.75%)

Presentata nel 2018, la Ferrari Monza SP1 è, secondo la classifica redatta da Carwow, la più bella auto mai realizzata. Vincitrice nel 2020 del Compasso d’Oro, uno dei riconoscimenti più ambiti nel settore del design industriale, si tratta di una monoposto stradale ispirata nel design a vetture da corsa che hanno fatto la storia della casa di Maranello: tra cui la 250 Testarossa del 1956, la 750 Monza del 1954 e la 166 MM del 1953 con la quale è nata nel panorama automobilistico la dicitura “barchetta”. Ovvero una tipologia di carrozzeria simile alla spider, ma completamente priva di capotte e con il parabrezza assente o di ridotte dimensioni, che sulla Monza SP1 è stata reinterpretata in chiave moderna da capo del Centro stile Ferrari Flavio Manzoni, facendone una scultura su 4 ruote dotata di una V12 aspirato da con 810 Cv.

2 Ford GT40 (61.64%)

Pensata come rivale della Ferrari nelle gare di durata in Europa, la sportiva della casa americana di Dearborn è stata lanciata nel 1964. Realizzata sulla base di un prototipo ideato dall’allora designer e ingegnere dell’inglese Lola, Eric Broadley, poi passato alla Ford, presentava nello stile soluzioni futuristiche per l’epoca volte ad aumentarne al massimo l’aerodinamica. Come la coda tronca, la prese d’aria sul tetto e le portiere incernierate che si aprivano verso l’alto. Ancora oggi questa vettura è considerata un modello imperdibile per i collezionisti, al punto che recentemente un esemplare è stato battuto all’asta per 2,5 milioni di dollari. 

3 Ferrari 330 GTC Speciale (61.15%)

La 330 GTC Speciale è stata tra le ultime grandi fuoriserie personalizzate Ferrari. Realizzata nel 1967 in soli quattro esemplari da Pininfarina si basava sulla 330 GTC ed era caratterizzata da una linea estremamente pulita che ricordava nell’impostazione del frontale e della coda la 365 California. A differenza della 330 GTC i parafanghi anteriori della Speciale erano disadorni con le feritoie del vano motore posizionate su entrambi i lati del bordo d’uscita del cofano: caratteristica poi vista sulla 365 GTC. Di profilo mostrava una silhouette estremamente allungata, mentre nella parte dieto della vettura il tetto molto sottile e piccolo arrivava appena dietro i sedili, con il vetro verticale che curvava dietro l’abitacolo formando un arco rampante. I lunghi pannelli del quarto posteriore della Speciale terminavano con una brusca coda Kamm replicando l’impostazione delle show car del costruttore a motore centrale.

4 Lotus Elite Type 75 (60.07%)

La Elite Type 75 è stata lanciata dalla Lotus nel 1974 con l’intenzione da parte della Casa inglese di realizzare un modello sull’onda delle nascenti shooting-brak pensate per unire sportività e praticità. La carrozzeria, in fibra di vetro, nascondeva un abitacolo a 4 posti. Mentre il design esterno, ideato da Oliver Winterbottom e descritto all’epoca dallo stesso come “La forma delle cose a venire”, era un mix di forme a cuneo, curve e linee rette. Tale da conferire alla vettura un aspetto contemporaneo e allo stesso tempo un’eccellente aerodinamica. È stata la prima auto stradale della Lotus a impiegare travi in ??acciaio nelle portiere e gli interni portavano la firma dello studio Italdesign di Giugiaro.

5 Ferrari 250 GTO (59.95%)

Prodotta dal 1962 al 1964 in soli 39 esemplari, sia come auto stradale che da corsa, la 250 GTO è considerata la Ferrari per eccellenza, oltre ad essere ritenuta da molti come la miglior sportiva degli anni ’60. Il suo design, modellato seguendo esigenze esclusivamente funzionali ma dal risultato decisamente spettacolare, non venne affidato a un carrozziere esterno ma studiato dal progettista Giotto Bizzarrini e il carrozziere Sergio Scaglietti che idearono per la vettura una forma molto slanciata, con il muso allungato per aumentare la stabilità e l’abitacolo raccolto nella parte posteriore chiusa da una coda tronca. Davanti, il motore prendeva aria da una presa ovale e pannelli apribili che servivano ad aumentare i flussi alle basse velocità o in caso di alta temperatura esterna. E i fari carenati erano affiancati da 2 proiettori rettangolari posizionati ai lati della calandra. Nel 2018 un’esemplare di questa vettura è stato venduto all’asta per la cifra record di 70 milioni di dollari, facendone l’auto più costosa al mondo.

6 Chevrolet Corvette C2 Stingray (58.86%)

La C2 Stingray è la seconda generazione della celebre muscle car americana, completamente ridisegnata rispetto al modello d’esordio e prodotta dal 1963 al 1967. Lo sviluppo scaturì da due diversi progetti della General Motors, la Q-Corvette e la Sting Ray da corsa, ideati dai designer Pete Brock, Bill Mitchell e Larry Shinoda. La carrozzeria, ancora una volta in fibra di vetro, presentava un muso lungo e una parte posteriore corta con i parafanghi a punta. Il frontale era caratterizzato da luci pieghevoli a scomparsa, anziché quattro fari rotondi come la Corvette C1. Anche la griglia e il paraurti avevano uno stile diverso e la Coupé impiegava un lunotto posteriore diviso.

Si tratta di un prototipo da competizione realizzato dalla Casa di Maranello, per partecipare al Campionato mondiale sportprototipi nella stagione 1967, in soli 4 esemplari: uno dei quali trasformato in barchetta asportandone il tettuccio. Progettata da Mauro Forghieri, utilizzando le gallerie del vento di Pininfarina e del Politecnico di Stoccarda, aveva una carrozzeria distinta nella linea da sinuose curve. A caratterizzarla e renderla subito riconoscibile il muso basso e affilato, radente l’asfalto come quello di una Formula 1, e la coda compatta. Particolari capaci di comunicare fin dalla vista tutto il potenziale meccanico del modello, spinto da motore 12 cilindri 4.0 da 450 cavalli e 320 chilometri orari.

8 Alfa Romeo Alfetta (58.53%)

Alla fine degli anni Sessanta l’Alfa Romeo si trovo nella situazione di dover realizzare una vettura che rispondesse alle nuove tendenze di designi destinata a sostituire la 2000. Nacque così la Alfetta, presentata nel 1972, disegnata presso il Centro stile della casa guidato da Giuseppe Scarnati. Una vettura capace di rompere gli schemi con geometrie tese e spigolose e una particolare attenzione allo spazio interno. In grado di reinterpretare con una veste del tutto inedita quello schema tradizionale e prestigioso di berlina sportiva che da sempre aveva fatto delle auto con il Biscione modelli di riferimento nel segmento. L’Alfetta è stata senza dubbio una delle Alfa Romeo più innovative del dopoguerra rappresentando un deciso passo avanti rispetto ai modelli precedenti. La sua linea ha ispirato a lungo l’evoluzione della gamma del marchio.

9 Lamborghini Miura (57.83%)

La Miura è stata lanciata dalla Lamborghini nel 1966 al 1973, progettata nella parte tecnica da Giotto Bizzarrini, Gian Paolo Dallara e Paolo Stanzani e disegnata da Marcello Gandini per Bertone. Gli americani la definirono “l’italiana con le curve più sinuose dopo Sofia Loren” e pochi sanno che, nonostante la linea da “urlo”, questa sportiva fu realizzata dalla Casa del Toro risparmiando sui costi. Usando ad esempio componentistica esistente sul mercato: come i fari anteriori a scomparsa della Fiat 850 spider che Gandini, per nasconderne la provenienza, inglobò abilmente nella carrozzeria con le famose “ciglia”.

10 Maserati Indy (57.75%)

Disegnata da Virginio Vairo e Elio Mainardi, fu presentata dalla Vignale al Salone dell’automobile di Torino del 1968, come prototipo di una coupé a due porte e quattro posti, destinata a sostituire la Sebring. Entrò in prodizione nel 1969 e nella linea strizzava l’occhio ai gusti americani, come sottolineato anche dal nome che omaggiava un tempio dell’automobilismo d’oltreoceano. Sfoggiava una carrozzeria filante, segnata da un frontale simile per molti aspetti a quello della Chevrolet Corvette, con 4 fari a soffietto, e una coda tronca. Fu il primo modello della Maserati ad essere prodotto dopo l’acquisizione del pacchetto di maggioranza della Casa da parte di Citroen nel marzo del 1968.

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