Le raffiche del semovente tedesco abbattono il drone russo

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Scene quotidiane di battaglia. Un semovente Gepard-Ghepardo – individua con il suo radar un drone russo in avvicinamento e apre il fuoco. Si sentono le raffiche della mitragliera a tiro rapido: il drone viene centrato e distrutto, tra le urla di giubilo del soldato ucraino. Il Gepard dispone di una torretta con due radar e un’arma binata da 35 millimetri: scafo e motore sono quelli del tank Leopard 1. Sono mezzi venuti dal passato, donati dal governo di Berlino: sono stati costruiti alla fine degli anni Settanta, quando tutti gli eserciti della Nato disponevano di sistemi contraerei mobili per proteggere le unità corazzate dagli aerei e dagli elicotteri sovietici. Poi con la fine della Guerra Fredda sono stati accantonati nei magazzini. Adesso sul fronte ucraino si stanno rivelando preziosi e c’è la corsa a comprarne di nuovi. Anche l’Italia – che all’epoca aveva i semoventi “low cost” Sidam – ora studia un nuovo progetto: potrebbe essere dotato di un cannone Oto Melara da 76 millimetri.

Di Gianluca Di Feo

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