L’Eintracht Francoforte vince l’Europa League: 6-5 ai Rangers Glasgow dopo i rigori

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SIVIGLIA – Era arrivato a gennaio come teorica ciliegina sulla torta, quasi certamente lascerà come l’uomo del rimpianto. Il destro strozzato di Aaron Ramsey, unica nota stonata in una serie di rigori praticamente perfetta, condanna i Rangers alla sconfitta al termine di una finale di Europa League intensa, che l’Eintracht aveva temuto di vedere scappare via nel momento in cui Tuta era crollato a terra sulla pressione di Aribo, salvo poi rimettersi in carreggiata sull’asse Kostic-Borré. Alla fine vince quella che, con ogni probabilità, è la squadra più forte: per i tedeschi è il secondo successo nella competizione dopo quello del 1980, edizione in cui la Germania aveva piazzato un incredibile quattro su quattro, con il Gladbach sconfitto in finale e il duo Stoccarda-Bayern Monaco uscito in semifinale. Nobilitato così il complesso percorso dell’Eintracht, che per arrivare a Siviglia aveva dovuto eliminare Betis, Barcellona e West Ham.

<<La cronaca della gara>>

Botte fuori e dentro il campo

L’Eintracht vuole fare la voce grossa in avvio a differenza dei Rangers, che accettano di buon grado di lasciare l’iniziativa ai tedeschi per poi sfogarsi in velocità con Aribo. Il match vive subito un brusco stop per uno scontro tra Lundstram e Rode: l’ex Dortmund ne esce con un taglio profondo e rientra in campo con il turbante d’ordinanza. La sfida è intensa ma molto tattica, spettacolo nello spettacolo per i tanti tifosi che affollano il Sanchez Pizjuan. In diversi settori, le maglie bianche dei sostenitori dell’Eintracht si mescolano a quelle blu dei Rangers, segnale distensivo dopo che il prepartita era stato animato dagli scontri in città: le scene di pugni e sedie che volano fanno immediatamente il giro d’Europa grazie ai social. Le immagini dello scontro più cruento, quello avvenuto a Puerta de la Carne, nel cuore di Siviglia, evidenziano come nel mezzo siano finiti anche cittadini e turisti estranei alla tensione pre-finale: nessun ferito e, al momento, anche nessuna notizia di ulteriori fermi dopo i cinque tedeschi già bloccati nella notte di martedì.

Botta e risposta

Nella ripresa, in poco meno di 20 minuti, si condensa praticamente tutta la partita. Prima le proteste dell’Eintracht per un contatto abbastanza sospetto tra Goldson e Borré: Vincic lascia correre e assegna un corner che non c’è, il metro europeo per l’on field review è evidentemente diverso rispetto a quello italiano e lo sloveno non viene invitato al monitor. Quindi lo scossone di Aribo, che legge lo scivolone di Tuta e si presenta solo davanti a Trapp, battuto con un sinistro un po’ arruffato ma vincente. Infine, dopo una chance sprecata da Kamada, il pareggio di Borré, al quale basta farsi trovare pronto sul primo palo per girare in porta l’invito delizioso di Kostic. Il finale dei regolamentari è all’insegna della paura, le due squadre decidono di darsi altri 30 minuti per risolverla.

L’epilogo

Lo stallo fisico e mentale prosegue però anche nel primo supplementare, con i Rangers che ci provano da fuori con Arfield e Davis mentre Borré non riesce a sfruttare fino in fondo un pasticcio di Bassey, bravo a recuperare e a murare in corner la conclusione del colombiano. Di colpo, nel secondo supplementare, i Rangers vanno a un passo dalla rete che varrebbe la Coppa: Roofe mette in mezzo dal fondo e trova l’inserimento di Kent, monumentale la risposta di Trapp. Si va ai rigori e Tavernier, capitano dei Rangers, vince entrambi i lanci di moneta e da specialista si fa carico del primo penalty, senza tremare. Seguono altre otto esecuzioni praticamente perfette, con un solo errore nel mezzo, quello ovviamente decisivo. Il destro di Ramsey è senza potenza e precisione, gli esce lento e centrale, con Trapp che ci mette le gambe e regala ai suoi la parata decisiva. Quello dell’ex Juve è il quarto rigore dei Rangers: Kostic trasforma il penalty che consente all’Eintracht di mettere il naso avanti, la pratica la chiude Borré. Gli scozzesi piangono, i tedeschi festeggiano. Una finale bella e brutale.

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