Lenti a contatto, in futuro serviranno per diagnosi e terapie

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C’è chi le usa perché si trova meglio che con gli occhiali, chi per correggere anomalie visive altrimenti non trattabili, chi a scopo estetico per cambiare il colore dell’iride: le lenti a contatto di oggi sono dispositivi medici, accessori e non solo. Ma quelle del futuro potrebbero fare anche di più. Potrebbero per esempio essere utilizzate a scopo diagnostico, per scovare malattie come tumori o diabete, oppure a scopo terapeutico per la somministrazione di farmaci, in alternativa ai tradizionali colliri. A presentare le potenzialità delle nuove tecnologie delle lenti a contatto è una ricerca condotta dal gruppo di Lyndon Jones dell’Università di Waterloo, in Canada. Pubblicata in un’edizione speciale su ContactLens & Anterior Eye (rivista della British Contact Lens Association), la ricerca fa parte di un gruppo di 10 studi della Contact Lens Evidence-based Academic Reports (CLEAR).

Lenti a contatto “diagnostiche”: dal glaucoma al diabete

Il lavoro del team di Jones fornisce la più ampia analisi mai condotta sugli avanzamenti degli studi e delle applicazioni delle lenti a contatto del presente e del futuro. Per esempio, se oggi esistono (e sono già sul mercato) modelli di lenti a contatto che monitorano l’evoluzione della miopia. Già approvato è nche l’uso di lenti a contatto che misurano cambiamenti della pressione intraoculare dalla forma della cornea e che servono per monitorare il glaucoma, la prima causa di cecità al mondo. Ma anche malattie apparentemente non collegate agli occhi potrebbero essere scoperte con le lenti a contatto. Dato che i film lacrimali possono contenere segnali biologici spia di varie patologie, il progetto di molti gruppi di ricerca è di realizzare biosensori sottilissimi all’interno delle lenti che consentano di rilevare le anomalie in maniera facile e meno invasiva. Dalla lacrime, per esempio, si potrebbe risalire alla presenza di livelli di glucosio più elevati della media, che possono essere indizio di un problema metabolico, come il diabete. Si potrebbero, in teroria, rilevare anche biomarcatori tumorali in modo anche più semplice che attraverso le analisi del sangue. Anche l’ipertensione e il rischio di ictus potrebbero essere monitorati. Utilizzare il condizionale, comunque, è d’obbligo dato che le tecnologie prese in considerazione, benché promettenti, sono ancora in corso di valutazione.

Diagnosi e terapia insieme: la teranostica

Un’altra frontiera è quella delle lenti a contatto per il trattamento di alcune patologie oculari. Si parla in questo caso di teranostica, una disciplina multisettoriale in cui si combina un intervento diagnostico con quello terapeutico. L’applicazione potrebbe riguardare la sindrome dell’occhio secco, il glaucoma, le infezioni, le allergie. Questa modalità di somministrazione della cura potrebbe essere più precisa dei tradizionali colliri: le lenti a contatto potrebbero rilasciare la medicazione nel tempo, riducendo fra l’altro i possibili effetti collaterali dei farmaci. Per ottenere questo risultato ci si potrebbe servire della microelettronica, ossia di minuscoli componenti elettronici all’interno della lente, che monitorino continuamente e in tempo reale gli elementi e le caratteristiche dell’occhio della persona.   

Migliorare la vista ad personam

Anche la vista ovviamente potrà trarne beneficio. Le lenti del futuro potrebbero essere su misura. Questi prodotti potrebbero correggere difetti e imperfezioni della vista sulla base della forma della cornea del paziente, andando oltre il prodotto standardizzato, uguale per tutti i pazienti. 

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