L’Istat migliora la stima di crescita del primo trimestre: 0,6%

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MILANO – L’Istat rivede leggermente al rialzo la crescita italiana del primo trimestre, portandola dallo 0,5 allo 0,6% nel confronto con il trimestre di chiusura del 2022. E’ quanto l’Istituto scrive nei conti economici trimestrali, nei quali si aggiorna anche la crescita rispetto al primo trimestre 2022 (confronto annuo) portandola dall’1,8 all’1,9 per cento.

Meglio di Francia e Germania

Il dato italiano per il primo scorcio del 2023 è dunque migliore di quello delle principali economie concorrenti, ovvero Francia e Germania. Nel primo caso, l’Insee ha appena pubblicato un consuntivo del +0,2% nel primo trimestre. Mentre nel secondo caso c’è stata addirittura una contrazione dello 0,3%. In termini tendenziali, ricorda l’Istat nella nota sui conti economici trimestrali, si è registrata una crescita dell’1,6% negli Stati Uniti e dello 0,8% in Francia e una diminuzione dello 0,2% in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell’area euro è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% nel confronto con il primo trimestre del 2022.

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Crescita acquisita a +0,9%

Commentando i dati appena pubblicati, l’Istat sottolinea che “la stima completa dei conti economici trimestrali conferma la ripresa dell’economia italiana nel primo trimestre del 2023 dopo la battuta d’arresto di fine 2022”. E aggiunge che la crescita acquisita per il 2023 è positiva, ovvero quella che si verificherebbe senza ulteriori variazioni congiunturali nei restanti trimestri dell’anno: è dello 0,9%.

“La ripresa – dettagliano gli statistici – è dovuta alla domanda interna con contributi positivi dei consumi privati per 0,3 punti percentuali e dei consumi pubblici e degli investimenti entrambi per 0,2 punti percentuali. Negativi invece per 0,1 punti percentuali i contributi sia delle scorte, sia della domanda estera netta.

Redditi stazionari

Nel riquadro dedicato all’occupazione, i conti economici trimestrali annotano che “le ore lavorate hanno registrato un aumento dell’1,3% rispetto al trimestre precedente. Questo risultato è la sintesi di un calo dello 0,4% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di crescite dell’1,9% nell’industria in senso stretto, dello 0,3% nelle costruzioni e dell’1,4% nei servizi”. Capitolo dolente, le buste paga: “Stazionari i redditi da lavoro dipendente pro-capite del totale economia, per effetto di una crescita dello 0,7% nell’agricoltura, dello 0,4% nell’industria in senso stretto e dell’1,2% nelle costruzioni che contrastano la riduzione dello 0,2% nei servizi”.

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Focus sui prezzi

L’attenzione è però concentrata soprattutto sull’aggiornamento dell’andamento dei prezzi, la bussola per l’azione della Banca centrale europea che sta stringendo i tassi per raffreddare la corsa dell’inflazione. Secondo gli analisti di Unicredit, l’aspettativa per l’Italia è di un rallentamento a maggio dall’8,2 al 7,3% per l’indice principale: riprenderebbe dunque il sentiero discendente soprattutto per l’effetto legato ai prezzi energetici nei mercati non regolamentati. L’aspettativa degli specialisti di Piazza Gae Aulenti è anche di leggere un raffreddamento dei prezzi alimentari, per i quali ci si aspetta che il picco sia stato raggiunto nel primo trimestre. Nonostante ciò è chiaro che lestano livelli straordinari, ben lontani dall’obiettivo della Bce del 2%, per altro con una situazione dei servizi che è vista rientrare solo lentamente.

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