L’Italia si è svegliata in zona gialla. Fatta eccezione per 4 regioni in arancione al sud – Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia – una al Nord come la Valle d’Aosta più la Sardegna in rosso, tutto il resto del Paese (circa 47 milioni di persone) è tornato a godere di maggiore libertà. Non accadeva da oltre 40 giorni. E tra dubbi, pareri discordanti sulle riaperture, timori per gli assembramenti soprattutto nelle zone della modiva, la mattinata è stata scandita dal ritorno ai bar, ma non solo.
Un caffè, un pranzo o una cena al ristorante rigorosamente consumati all’aperto, ma tempo permettendo specie al Nord e in parte del Centro dove le temperature clementi di ieri, 25 aprile, hanno lasciato il posto alla pioggia e a una colonnina di mercurio più in linea con l’autunno che con la primavera.
Ma da questo lunedì 26 aprile tornano ad aprire anche le sale cinematografiche, i luoghi di cultura – capienza limitata al 50 per cento con posti pre-assegnati. Ma i più oggi hanno puntato al caffè nei bar, seduti fuori, ai pranzi e poi ci saranno le cene, se le temperature lo consentiranno. Secondo un’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’entrata in vigore del decreto anti-Covid dal 26 aprile sono “quasi 140mila i bar, i ristoranti, le pizzerie e gli agriturismi con attività di ristorazione all’aperto presenti nelle regioni gialle dove è tornato il servizio al tavolo all’esterno”.
Il ritorno a bar ristoranti
A Milano è tornato il rito del caffè al bar ma solo all’aperto: e da Cova, storico locale, si sono riaffacciati anche i primi turisti nei dehors.
Milano in zona gialla, torna il rito del caffè al bar ma solo all’aperto: e da Cova i primi turisti si siedono nel dehors
Mentre a Roma al bar Vanni caffè e cappuccino sono stati per i primi clienti al ritmo della musica anni ’60. E sempre nella Capitale, secondo la stima del presidente della Fiepe-Confesercenti locale, Claudio Pica, tra Roma e il resto del Lazio “circa l’88% di bar e ristoranti sono aperti e si dovrebbe arrivare al 95 per cento nel weekend”. Per Pica “c’è un discreto flusso di clienti sia in centro che in periferia. E nel famoso caffè Zanarini di Bologna, le prime colazioni sono state scandite anche dai selfie dei calciatori della squadra cittadina.
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A Firenze, come nel resto della Toscana, le riaperture sono state “disturbate” dal cielo nuvoloso e a tratti la pioggia. Ma in molti si sono concessi la colazione al bar con sosta ai tavolini all’aperto. I più fortunati sono stati i bar che avevano i tavoli sotto i portici che infatti si sono affollati fin dalla prima mattinata.
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Torino si è svegliata con temperature non certo gradevoli e così il freddo ha fermato l’entusiasmo dei clienti e i dehors all’aperto sono rimasti semi-vuoti a inizio mattina.
I primi caffè nei bar torinesi sono pochissimi: troppo freddo, i clienti non si fermano nei dehors
A Napoli, invece, dopo due mesi di chiusura, il primo caffè al tavolo è stata una bella sensazione per molti clienti mentre fervono i preparativi per le riaperture dei ristoranti, soprattutto sul lungomare dove gli spazi esterni sono i più numerosi della città.
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E a Capri il ritorno alla normalità sono soprattutto tavolini in piazzetta, quella sensazione di liberà che sull’isola era da un po’ che non assaporavano, confessano i primi clienti.
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