Ci sarebbe una lite condominiale all’origine della sparatoria che si è verificata intorno alle 16,45 di mercoledì pomeriggio, nel cortile interno di un condominio di Via Ovada, nel quartiere Barona, a sud di Milano. Quando i soccorritori del 118, allertati sa numerose telefonate, sono arrivati sul posto, il ferito più grave non c’era: alcuni suoi amici lo avevano già trasportato in auto al vicino ospedale San Paolo, dov’è arrivato in condizioni gravissime per i numerosi colpi sparati con una pistola calibro 9 per 21 all’addome e dove è morto poco dopo. Ferito, ma per le botte ricevute dopo gli spari soccorsi dai compagni della vittima, è anche l’anziano aggressore.
I carabinieri del Nucleo Investigativo, insieme ai colleghi del Nucleo Radiomobile intervenuti per primi in via Ovada, hanno faticato per ricostruire la dinamica, tra urla e qualche reticenza. Tutto avrebbe avuto origine quando Francesco Spadone, 34enne originario di Terlizzi con numerosi precedenti di polizia, avrebbe organizzato un barbecue in cortile con gli amici. La grigliata sarebbe andata avanti per ore e non è chiaro se Rocco Sallicandro – 72 anni, avellinese di Carife e pescivendolo ambulante con un banco a Cinisello Balsamo – abbia avuto un primo diverbio con Spadone e il suo gruppo. Fatto sta che l’uomo sarebbe poi sceso per le scale dal suo appartamento con in pugno una delle sue pistole, regolarmente denunciate. Sallicandro avrebbe sparato due colpi in aria a scopo intimidatorio per far interrompere la festa. Per tutta risposta, secondo le prime testimonianze, sarebbe stato affrontato faccia a faccia da Spadone che gli avrebbe chiesto conto delle proteste e, soprattutto, degli spari. Il 72enne, a questo punto, gli avrebbe puntato la canna all’addome, facendo fuoco più volte.
Momenti drammatici, con gli amici del 34enne che si sarebbero avventati contro Sallicandro, disarmandolo e colpendolo con pugni e schiaffi. Ma, quando si sono resi conto delle condizioni di Francesco Spadone, i tre o quattro sodali del ferito sarebbero tornati indietro a caricare a braccia il ferito, che perdeva tantissimo sangue, per caricarlo sul sedile posteriore di un’auto e sgommare verso il pronto soccorso. Nel cortile, seduto a terra, è rimasto Rocco Sallicandro che non ha opposto resistenza quando i carabinieri, coordinati dal pubblico ministero di turno Gianluca Prisco, sono arrivati per chiarire i contorni della sparatoria. “Sono stato io, sono stato io…”, ha continuato a ripetere l’anziano mentre i lettighieri lo caricavano sull’ambulanza per portarlo, in codice giallo, al pronto soccorso dell’Humanitas dov’è piantonato in stato di arresto per tentato omicidio. Spadone è entrato in sala operatoria per un delicatissimo intervento chirurgico, in pericolo di vita: nel giro di poco, però, la conferma della morte.
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