Lo strano ottovolante del troll Elon Musk verso Twitter. Ma vuole comprarlo davvero?

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New York. Neanche il tempo di permettere a Donald Trump di guardarsi i polpastrelli, pensando al ritorno su Twitter, che Elon Musk ha annunciato la “sospensione” dell’acquisto del social, mandando in fibrillazione il titolo a Wall Street e milioni di follower.

Il fondatore di Tesla e SpaceX ha comunicato, naturalmente su Twitter, la decisione di fermare tutto, con un post in cui ha spiegato che l’acquisto da 46 miliardi di dollari era “sospeso temporaneamente” in attesa di “dettagli a sostegno del calcolo che gli account falsi o usati per spamming rappresentino meno del 5 per cento” dei 229 milioni di utenti attivi giornalieri su cui monetizzare.

Assieme al messaggio Musk ha postato una notizia dell’agenzia Reuters che, in un servizio del 2 maggio, aveva spiegato come tra gli obiettivi del futuro acquirente ci fosse quella di eliminare dalla piattaforma tutti gli account falsi e che questi ammontavano a meno del cinque per cento. Due ore dopo Musk è tornato su Twitter per inviare un messaggio rassicurante: “Ancora impegnato nell’acquisizione”. Nel frattempo, però, il titolo era crollato di venti punti per poi recuperare in parte, mentre le azioni dell’azienda di auto elettriche Tesla erano cresciute, a conferma di come il mercato non veda di buon occhio l’opa Twitter.

Bill Gates: “Musk potrebbe peggiorare Twitter”

L’atteggiamento di Musk può sorprendere chi non lo conosce: segue solo il proprio umore e interesse. Con più di 90 milioni di follower è il più celebre troller del social, capace di paragonare il premier canadese Justin Trudeau a Adolf Hitler e infilarsi in vaghe scommesse iperboliche per risolvere l’emergenza della fame nel mondo. Ogni suo intervento diventa virale, è una picconata al “politicamente corretto” e produce effetti immediati in Borsa.

L’antitrust Usa ha avviato un’inchiesta su Musk, contestandogli l’aver comunicato in ritardo l’acquisizione del 5 per cento delle azioni di Twitter. Secondo il Washington Post, dopo quell’annuncio il miliardario aveva guadagnato 156 milioni di dollari. Ma ha finito per perdere con Tesla. Nell’ultimo mese il titolo dell’azienda è crollato del 30 per cento. Secondo Forbes, il patrimonio personale dell’uomo più ricco al mondo è calato nel frattempo di 50 miliardi. Qualche analista comincia a chiedersi se Musk voglia davvero buttarsi in questa impresa.

Forse, dicono a Wall Street, non è riuscito a rastrellare tutti i soldi e prova ad abbassare il prezzo. Lui punta ad autenticare tutte le persone presenti sul social, ma attualmente i “bot”, account automatizzati, sono generalmente consentiti dalla policy di Twitter.

A generare ombre è la tempistica dell’ultimo annuncio: Musk si è riferito a un report della Reuters che risale a undici giorni prima. Perché far passare così tanto tempo? Può incidere la rivalutazione del titolo Tesla, da cui dovrebbe attingere i fondi per garantirsi i prestiti bancari necessari per finanziare l’acquisto di Twitter? A qualche analista è tornato in mente il 2018, quando Musk annunciò la decisione di togliere Tesla da Wall Street, salvo poi rivelarsi un bluff. Ma in gioco, stavolta, non c’è solo il destino dei dollari di migliaia di azionisti, ma il futuro politico dell’America.

I Democratici sono spaventati all’idea che Musk possa prendere in mano la piattaforma e ridare voce a Trump. L’ex presidente è stato bannato l’8 gennaio 2021, due giorni dopo che un’orda di suoi sostenitori aveva dato l’assalto al Congresso americano, con l’obiettivo di bloccare la proclamazione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti. “Quello stupido ha scatenato un’insurrezione – ha commentato il democratico della California, Juan Vargas – e la mia paura è che lo rifarà”. 

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