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Lo strappo con Iv agita il Pd. Base riformista: “Avanti col campo largo”. La frenata del Nazareno: “Sì al Nuovo Ulivo anche senza Renzi”

L’ultima incomprensione dentro al Pd si gioca sul termine “campo largo”. L’ennesima, dopo lo scontro con Iv dopo il ddl Zan. Le tensioni legate soprattutto all’affossamento al Senato del disegno di legge contro l’omotransfobia proseguono, dunque. Ieri il segretario del Pd aveva chiarito i termini dello strappo con quel “si è rotta la fiducia” con il partito di Matteo Renzi che aveva colto di sorpresa l’area riformista del partito ancora legata alla figura dell’ex segretario. La frase di Letta ha messo in agitazione soprattutto “Base riformista”, la corrente legata a Luca Lotti e Lorenzo Guerini. In mattinata Letta all’inaugurazione dei corsi della scuola di politica a Roma sembrava aver ridotto lo strappo con Iv. Bisogna ancora lavorare per un campo largo del centrosinistra, dopo l’affossamento del ddl Zan?, gli chiedono. “Evidentemente. Io lavoro sempre in una logica di centrosinistra inclusivo, vincente. Semplicemente, è stato un momento di chiarimento importante”, risponde il segretario dem. Una dichiarazione che a più d’uno, dentro e fuori i dem, era parsa una vera e propria frenata. A tal punto che dal Nazareno è stato necessario un chiarimento: la frattura con Italia Viva nulla ha a che vedere con la costruzione del “campo largo di centrosinistra”, una “costruzione dal basso, che va avanti attraverso il lavoro delle Agorà democratiche”. Insomma, non una somma di sigle, ma qualcosa di più profondo, un ‘Nuovo Ulivo’, appunto, che si innerva nella società e comprende le forze progressiste, riformiste e liberali.

Ddl Zan, la rivolta della società civile. Letta: “Con Renzi ora è rottura”

Prima dell’intervento di Letta sin dall’inizio della giornata si era susseguiti post sui social di diversi esponenti di Base Riformista. A partire dall’ex-capogruppo al Senato, il toscano Andrea Marcucci. “Bisogna essere coerenti. Se si dice campo largo, poi il campo non può restringersi improvvisamente. Per la sfida del Quirinale, e per vincere le elezioni, serve il consenso più alto possibile”, scrive su Twitter. E ancora il senatore Dario Stefano: “Il campo va allargato non ristretto. Andiamo oltre le polemiche di queste ore. Fermiamoci un attimo e torniamo a ragionare. Anche per l’elezione del Capo dello Stato serve massima condivisione possibile”. Segue a ruota, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, che invita a non legare la vicenda parlamentare dello Zan alla costruzione della coalizione. “Far discendere il perimetro del centrosinistra e le future alleanze dal voto sul ddl Zan a me – scrive su Twitter – pare un errore. Per noi più che per gli altri. In questi casi è consigliabile contare fino a 100. Altrimenti, per dispetto e per far dispetto, si corre il rischio di farsi male da soli”. 

Poi la frase del segretario dem sul “campo largo”. E giù altri commenti. “Le parole di questa mattina di Enrico Letta sono importanti. Parole chiare sul campo largo da costruire con tutti coloro che vogliono far parte del progetto per le politiche 2023”, commenta Alessandro Alfieri, portavoce di Base Riformista. Come a voler dire che lo strappo sembra essersi riparato. Dello stesso parere anche Guerini. “Penso che il campo largo di cui ha parlato il segretario del mio partito sia un dovere che dobbiamo portare avanti con grande impegno”, ha detto Guerini stamattina in tv dando voce all’agitazione in Base Riformista. “Le polemiche di questi giorni hanno un loro significato – aggiunge riferendosi al ddl Zan – ma penso che dobbiamo soprattutto guardare avanti”, è l’invito di Guerini. Rivolto non solo alle dinamiche della coalizione ma anche all’imminente voto per l’elezione del capo dello Stato. “Il metodo è costruire il più ampio consenso possibile sulla scelta di questa figura istituzionalmente rilevantissima”.

Poi la precisazione da l Nazareno: il Pd va avanti nella costruzione del Nuovo Ulivo anche senza Italia Viva. 



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