L’Onu sull’appello degli scienziati italiani: “Siete fondamentali per le decisioni politiche”

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“La comunità scientifica è stata essenziale nel delineare l’enorme portata degli impatti climatici che stanno già colpendo duramente tutti i Paesi e che sicuramente peggioreranno senza azioni climatiche molto più coraggiose”. Inizia così il commento in appoggio all’iniziativa degli scienziati del clima italiani da parte del portavoce del segretario generale Onu Antonio Guterres, Stephane Dujarric. “Come ha detto il Segretario generale – si legge nel commento rilasciato a Green&Blue – i Paesi del G20 devono fare da apripista. Una solida base scientifica è fondamentale anche per informare il processo decisionale dei leader politici e commerciali e per illustrare le gravi conseguenze umane dell’inazione o del ritardo in materia di clima”.

Intanto, la petizione lanciata dopo la lettera appello degli scienziati perché la politica metta la crisi climatica al centro dei suoi programmi, continua a raccogliere adesioni e ha superato le 130mila firme e il traguardo delle 150mila, che faranno entrare la petizione tra le prime cento nella storia di Change.org Italia, è a un passo.

Le voci degli scienziati del clima, alle quali nei giorni scorsi si sono aggiunte quelle di associazioni e movimenti come Extinction Rebellion, Fai, Fridays For Future, Legambiente, Libera, Teachers For Future Italia, Wwf, i nove sindaci delle smart city, i ragazzi di Radioimmaginaria, solo per citarne alcuni, fanno l’effetto di un sasso nello stagno, con i cerchi che si allargano sempre più. Succede sui social, dove gli amministratori di pagine come “Difensori della Natura”, che conta oltre 100mila iscritti, rilanciano la petizione perché, scrivono, «da tempo sosteniamo le idee del professor Pasini» (uno dei primi cinque firmatari della lettera con Carlo Barbante, Carlo Carraro, Antonio Navarra e Riccardo Valentini).

L’appello

Lettera aperta degli scienziati del clima alla politica italiana

La lettera e la petizione sono così diventate anche un segnale di fiducia nella scienza, oltre a un monito per la politica. Sembra un invito a non dimenticare l’importanza del prendersi cura del Pianeta anche il tweet fatto ieri da papa Bergoglio: «Quanto è prezioso quel senso di familiarità e di comunità che è tanto genuino presso i popoli indigeni. E quanto è importante coltivare bene il legame tra i giovani e gli anziani, e custodire un rapporto sano e armonioso con l’intero creato». Sono concetti centrali nell’enciclica Laudato si’, che dal 2015 a oggi ha ispirato molti ambientalisti, e non a caso è stata citata da don Luigi Ciotti e da Ermete Realacci e padre Enzo Fortunato nel motivare le adesioni delle loro associazioni alla lettera-appello degli scienziati.

E i politici cominciano a dover tenere conto della petizione e a parlare di clima. Ieri, il ministro degli Esteri Di Maio ha presentato la candidatura nelle fila di Impegno civico di Federica Gasbarro, ventisettenne attivista contro i cambiamenti climatici, dicendo che «bisogna preparare una legge sul clima». Sui social, botta e risposta tra i sindaci firmatari Gori, Gualtieri, Nardella e il presidente del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio ha attaccato il sindaco di Roma Gualtieri: «Caro Roberto, bene apporre una firma “per il clima”. È la stessa che metterai per costruire un mega inceneritore e diffondere fumi inquinanti qui a Roma?». Gualtieri ha risposto punto su punto con numeri e programmi e ha invitato Conte a «studiare l’articolato Piano rifiuti» della Capitale, spalleggiato poi da altri firmatari, il sindaco di Bergamo Gori e quello di Firenze Nardella. Il leader di Azione, Carlo Calenda, dopo un tweet in cui ha parlato di «transizione ecologica senza distruggere il Made in Italy» è stato incalzato a fare proposte più specifiche. Sono segnali che i cittadini non vogliono più soltanto slogan.

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