Lorenzo Lodigiani, lo startupper 26enne lascia Milano: “Purtroppo non è una città per giovani, troppo cara”

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Milano offre abbastanza opportunità da attirare i giovani oppure chiede loro di pagare un prezzo talmente alto (in tutti i sensi) da indurli a cercare fortuna altrove? A rinfocolare un dibattito sempre attuale è il lungo sfogo affidato proprio in questi giorni a LinkedIn da Lorenzo Lodigiani, 26enne imprenditore originario di Asti che nel 2020 ha fondato con l’amico 22enne Giuseppe Stranieri la start up Ncode e dopo tre anni nel capoluogo lombardo ha deciso di trasferirsi a Torino.

“Me ne vado da Milano. Anzi, a dirla tutta me ne sono già andato” ha scritto nel suo post, che rimbalzando da una bacheca all’altra in una manciata di ore ha già totalizzato quasi seimila like e oltre 600 commenti. Il motivo della sua scelta è presto spiegato: “Ho deciso di dare priorità al mio benessere fisico e mentale e a Milano non sentivo di poterlo fare – dichiara lo startupper – È una città che chiede tanto e che sicuramente dà tanto, ma post Covid non ho più visto tutti questi grandi vantaggi“.

Lorenzo Lodigiani annuncia di essersi trasferito a Torino su LinkedIn

Considerazioni che hanno scatenato il confronto tra chi continua a sostenere che “Milano è una città ambiziosa per gente ambiziosa, dove ci si trova benissimo” e i (numerosi) utenti secondo cui “purtroppo Milano non è una città per giovani“, soprattutto perché “sono davvero assurdi i prezzi delle case, che ormai si aggirano tra i cinquemila e i novemila euro al mq per delle casacce che in periferia non avrebbero mercato”. Se la vita milanese non è facile per gli studenti fuorisede – dopo il calo dei canoni nel 2020, gli affitti sono tornati a salire e per una camera singola servono almeno 600 euro al mese, con punte di 800 in centro – anche chi è già entrato nel mondo del lavoro non se la passa meglio: “Milano non è sostenibile per un giovane aspirante imprenditore – continua Lodigiani – Il costo della vita non mi ha mai permesso di uscire la sera senza prima farmi i calcoli su come quell’uscita avrebbe impattato sulle mie finanze”.

Lorenzo Lodigiani: “Milano efficiente, ma per certi versi scomoda”

La metropoli lombarda è stata abbandonata dal giovane startupper anche perché “è sicuramente molto efficiente, ma per certi versi scomoda a mio avviso: se non hai budget per vivere in centro, stai in periferia, dove i servizi non sono gli stessi e per arrivare ovunque tu voglia andare devi comunque mettere in conto mezz’ora buona”. Una visione che anche su questo punto crea dibattito: “Il messaggio che arriva dal tuo post è: ci mettevo troppo per andare nei locali fighi e costavano troppo – commenta perplesso un utente – Tanti anni fa lasciai quel gioiello di città che è Verona per trasferirmi a Milano. Non rimpiango nulla. Verona resta un gioiello, ma Milano resta un altro mondo, fatto anche di periferie colme di umanità e di locali poco alla moda, sotto casa”.

Molti follower sono d’accordo con lo startupper

Non manca però chi è d’accordo con il 26enne di Asti: “A Milano ci sono sicuramente diverse eccellenze, ma il costo della vita e i tempi per accedere ‘alla quotidianità’ sono esosi. Mi pare si sia privilegiata la classe più abbiente, chiusa dentro la cerchia dei Navigli”.

Viste le numerose reazioni suscitate dal suo messaggio, Lorenzo Lodigiani non si è sottratto al confronto, intervenendo anzi in più occasioni per chiarire meglio il proprio punto di vista: “Milano vuole essere una città internazionale, ma poi non va a equilibrare gli stipendi con il costo della vita, come invece succede altrove – sottolinea – Morale: 1200 € lordi al mese quando una stanza in periferia costa 600 € al mese più spese, i trasporti pubblici continuano ad aumentare e se esci per una birra meno di 12 € non spendi”.

Lorenzo Lodigiani: “Torino dista da Milano solo un’ora di treno”

Tutti motivi per cui “Ncode.it è sempre di più una remote company: Giuseppe sarà in Gran Bretagna per il mese, il team è sparso tra Como, Genova e Bologna e io mi trasferirò a Torino – spiega il giovane imprenditore – È solo a un’ora di treno da Milano e ciò mi permette comunque di poterci essere in qualunque momento necessario. Scelta giusta? Lo scopriremo”. Intanto il suo post sta diventando un autentico raccoglitore di testimonianze e anche di consigli su location in cui stabilirsi per coniugare accessibilità ai servizi e qualità della vita: “Venite a Messina, giù in Sicilia. Mare tutto l’anno, alta connettività, prezzi bassi (forse anche troppo), arte a gogò, così tante cose da fare nel circondario che non vi bastano due anni di spostamenti continui” scrive un utente, raccontando di aver vissuto a Milano per circa quattro anni “quando era ancora accessibile” e di essere rimasto sconvolto nello scoprire che “il bilocale in cui vivevo e che pagavo 550 euro mese, in zona Forlanini, oggi costa più di 750 euro”.

Molti i follower che difendono Milano: “Città che offre possibilità di carriera”

C’è poi chi suggerisce “Pavia. 35 minuti e sei in centro a Milano, ma è un altro mondo” e chi “la Valtellina. Trovi montagna e lago e i prezzi sono sicuramente abbordabili. Non ci sono tutti i comfort di Milano, ma si respira un po’ almeno”. Eppure, anche se “Milano dà e Milano toglie. Oggi forse più che mai”, molti restano convinti del fatto che “oggi sia una delle poche città ad offrire possibilità di carriera e crescita rapide”. Quindi, conclude salomonicamente un commentatore, “la cosa importante è che ognuno trovi la sua dimensione, perché alla fine in ogni luogo ci sono pro e contro, dipende solo da cosa si sta cercando”.

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